Siria, sale la pressione. Kerry a Roma vede gli oppositori

ROMA  – La nuova parola d’ordine Usa sulla Siria, ”accelerare la transizione politica” con l’ipotesi di ”maggiori aiuti all’opposizione”, è il leitmotiv del neo segretario di Stato, John Kerry, in queste ore. Da Londra a Berlino, da Parigi a Roma, dov’è giunto ieri pomeriggio. La tappa romana di Kerry, prima di recarsi in Turchia, Egitto, Emirati Arabi e Qatar, è probabilmente la più significativa del primo viaggio del successore di Hillary Clinton, inaugurato dagli incontri con gli alleati atlantici Gb, Francia, Germania ed Italia.

Ieri sera, in programma a Palazzo Madama, su invito del ministro Giulio Terzi, una cosiddetta cena transatlantica, con i ministri degli esteri Ue e Nato (piú Svizzera e Macedonia), l’alto rappresentante per la politica estera Ue Catherine Ashton e il segretario generale dell’Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, con il quale Kerry ha già avuto un incontro bilaterale. Al centro della cena di lavoro (una prima assoluta a Roma, l’ultima si è svolta a New York nel settembre scorso) anche la decisione di avviare negoziati in vista di un accordo senza precedenti di libero scambio tra Ue ed Usa. Oltre ovviamente a questioni legate alla sicurezza: l’attuale situazione in Afghanistan; i temi mediorientali con particolare riferimento alla Siria e al processo di pace israelo-palestinese; l’impegno contro il terrorismo e la proliferazione nucleare, inclusi Iran e Sahel.

Oggi è in calendario una grande riunione – inedita a questi livelli – con i rappresentanti dell’opposizione siriana, subito dopo una ministeriale ristretta sulla situazione in Siria, dalla quale è attesa l’intensificazione dell’appoggio alla Coalizione degli oppositori, considerata l’unico legittimo rappresentante del popolo siriano. L’indurimento della posizione statunitense, con il presidente Barack Obama pronto a dare maggiori aiuti all’opposizione siriana e l’ipotesi di forniture anche di mezzi corrazzati, potrebbe essere l’anticamera di una svolta a livello internazionale.

Kerry ha ribadito ancora una volta che il presidente Bashar al-Assad deve lasciare il potere. Ma le sue parole, vista la nuova posizione Usa, suonano piú forti. E’ vero che rimane impossibile convincere la Russia, alleato storico della Siria, a dare il via libera ad un intervento Onu. Ma fatto sta che si prospetta una azione internazionale più decisa per la Siria, dove la guerra civile ha provocato secondo alcune stime oltre 70mila morti in quasi due anni.

– Parlare di soluzione per la Siria è un termine ambizioso ma sicuramente un progresso sul piano della visione politica dei principali paesi coinvolti nella gestione della crisi e nei rapporti con la coalizione siriana sono sicuro che uscirà dall’incontro di domani (oggi, ndr) – ha detto il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, interpellato sulle aspettative del vertice odierno con l’opposizione siriana.

Per il neo segretario di Stato, quello di ieri è stato il primo incontro con il governo italiano, in vista del rafforzamento delle relazioni, bilaterali e transatlantiche, per la sicurezza ma anche la crescita. L’Italia appoggia l’ipotesi di un accordo transatlantico di libero scambio, giudicato ”una sfida necessaria di fronte alla crisi economica, perché può generare un effetto di crescita di circa 250 miliardi di euro l’anno sul Pil, cioè quasi l’1%”. Ma l’accordo non sarà facile da raggiungere. A Parigi il presidente francese Francois Hollande ha ricordato a Kerry l’intenzione di mantenere le regole sull’eccezione culturale francese (per proteggere il cinema transalpino), oltre a quelle sulla politica agricola comune. Sempre oggi, Terzi e Kerry lanceranno l’Anno della cultura italiana negli Usa: oltre 200 eventi in più di 50 città, per tutto il 2013. Concetti chiave: ricerca, scoperta e innovazione. (ANSA).

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