Da UEFA niente sconti, contro lo Stoccarda a porte chiuse

NYON – Il viaggio del presidente Lotito in Svizzera non è servito. Verso le ore 15 (in Europa), il giurì di appello dell’Uefa, riunito a Nyon, ha respinto il ricorso della società capitolina contro le due gare da disputare a porte chiuse nelle competizioni europee.

La Lazio dovrà quindi ospitare lo Stoccarda e l’eventuale avversario dei quarti di finale di Europa League in un Olimpico deserto. Il club romano non sembra infatti intenzionato ad inoltrare un ulteriore ricorso presso il tribunale arbitrale dello sport (TAS) di Losanna.

Dopo circa due ore e mezza di riunione, dopo aver ascoltato gli argomenti della società biancoceleste ed esaminato le documentazioni, il giurì di apello dell’Uefa, presieduto dallo spagnolo Pedro Tomas, non ha concesso alcuno sconto alla Lazio. E’ stata confermata in toto la sanzione comminata dalla disciplinare dell’Uefa lo scorso 27 febbraio : ossia le due prossime gare europee casalinghe da disputarsi a porte chiuse ed una multa di 40 000 euro.

Una decisione adottata per “lancio di fumogeni, comportamento razzista ed organizzazione carente”, in occasione della partita dei sedicesimi di finale di Europa League contro il Borussia Mönchengladbach del 21 febbraio. “Si tratta di un provvedimento abnorme”, è stata la prima reazione di Lotito. Scuro in volto ed alquanto adirato, il presidente della Lazio sperava chiaramente in una riduzione della stangata.

“Ci saremmo aspettati una valutazione dei fatti diversa da quella ricostruita dal delegato Uefa. Non è stata presa in considerazione l’importante documentazione presentata né il rapporto delle forze dell’ordine”, ha aggiunto il massimo dirigente laziale, che puntava sul fatto che ai funzionari di pubblica sicurezza italiani, come da rapporto allegato al ricorso, non risultava alcun comportamento da sanzionare da parte di tifosi. Al contrario da quanto rilevato dagli 007 dell’Uefa all’Olimpico.

“Si tratta di un provvedimento abnorme rispetto alla portata di certi fenomeni contro i quali la società lotta da dieci anni”, ha concluso Lotito, prima di infilarsi in un taxi in direzione dell’aeroporto di Ginevra, accompagnato dai legali del club. Come di consueto, l’Uefa non ha rilasciato alcun commento sulla propria decisione. Né ha voluto pronunciarsi sugli espliciti striscioni anti-Platini esposti domenica dalla tifoserie laziale, per la quale la competenza disciplinare non è europea ma della Figc (e ieri il giudice sportivo ha inflitto 10.000 euro di multa). Tuttavia, più che la gravità dei fatti della gara col Moenchengladbach, sembra evidente che abbiano pesato molto i precedenti disciplinari della Lazio. I trattava della quarta procedura della stagione e nel dicembre 2004 il club romano era già stata condannato a una gara a porte chiuse, sempre per comportamento razzista dei propri sostenitori. Non è quindi affatto escluso che l’Uefa abbia voluto fare un esempio, punendo con grande durezza il club capitolino. Il tema della lotta al razzismo figura infatti fra le priorità di Fifa e Uefa, che sono state recentemente criticate per la propria supposta “mansuetudine” nei confronti dei comportamenti discriminatori dei tifosi. La forte pena inflitta alla Lazio potrebbe rappresentare una chiara risposta agli occhi dell’opinione pubblica.

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