M5S subito in trincea su PA e marò

ROMA  – Il M5s si prepara a dire il suo No ad un governo Bersani, ma la decisione per quanto ferrea è comunque sofferta. Il dibattito nel movimento ferve e ad alimentare i dubbi non ci sono solo i diversi modi di sentire personali, ma decisioni che hanno natura più prettamente strategica e politica. E che risuonano con un certo clamore nel giorno di ‘trionfo’ parlamentare dei 5 Stelle: quello in cui partono all’attacco dei mali procurati dalla partitocrazia spulciando nei documenti di bilancio o direttamente dall’Aula del Parlamento.

Prima il Ko della Lombardi sullo sblocco dei pagamenti della Pa, quella ‘porcata di fine legislatura’ che include, oltre alle imprese, anche le banche. Poi l’applauditissimo intervento in Aula sul caso Marò di Alessandro Di Battista, un discorso lodato anche dalla Presidente della Camera. Un j’accuse contro il governo che viene chiamato a rispondere di possibili sovrapposizioni con la vicenda Finmeccanica e a cui si chiede ‘sfacciatamente’ di vedere nero su bianco le garanzie date dall’India sulla sorte dei due fucilieri italiani.

Il movimento è però impegnato anche sul fronte più politico in vista del parere che il Pd gli chiederà sulla nascita di un governo guidato da Bersani. La risposta è nota, e da tempo: il M5S non si renderà disponibile a sostenere un esecutivo Bersani.

– Neppure se si butta ai miei piedi – assicura la capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi che oggi andrà dal segretario del Pd con il collega del Senato, Viti Crimi, senza Beppe Grillo che pure è ‘in linea’ con i suoi per tutte le decisioni finali.

Crimi, anche in vista di questo appuntamento, riunisce al Senato i suoi e poi raggiunge alla Camera i deputati. A palazzo Madama la riunione, ancora una volta, è tesa: gli argomenti all’ordine del giorno sono tanti ma quello clou resta l’atteggiamento da tenere con il Pd. Insomma non c’è solo il No, ci sono le sfumature, i toni da usare; c’è da decidere se devono essere di totale chiusura, c’è da prevedere cosa rispondere in caso di proposte di nomi terzi rispetto a Bersani.

Il gruppo dei ‘siciliani’ viene ‘testato’, ci si interroga sulle vicinanze con quelle componenti della società civile che chiedono una collaborazione, come la fondazione Caponnetto, come Libertà e Giustizia. Anche questa volta si sente qualche urla. “Paralizzare il Parlamento è un atto golpista. Le nostre urla si leveranno al cielo. Altro che votare la fiducia”, dice Mario Giarrusso,uno che con la fondazione Caponnetto collabora. Nega contatti con componenti che vorrebbero indurre il M5S a sostenere Bersani ma a chi gli domanda quale sarà l’atteggiamento di fronte ad una diversa soluzione di governo, risponde:

– In quel caso ci riuniamo e discutiamo.

Ipotesi negata dalla Lombardi che di fronte ad una eventuale proposta di governo terzo o super partes replica, sicura di non cadere in imboscate:

– Forse Bersani approfitterà della diretta streaming. Ma noi non cambiamo idea. Diremo di no.

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