M5S, l’assemblea si divide: monta la protesta

ROMA  – ”Chi si tiene la diaria, si mette fuori da solo..”. Beppe Grillo non demorde sul rispetto da parte degli eletti dei patti sottoscritti con la candidatura in Parlamento, e tiene la linea dura. L’ ‘affaire’ diaria tra i Cinque Stelle rischia infatti di compromettere la campagna elettorale per le Comunali e i vertici del movimento cercano di correre ai ripari. Ma la fretta potrebbe essere nemica del tempo anche perchè alcuni, tra senatori e deputati che contestano il metodo ”epurazione” imposto da Grillo, potrebbero decidere di prendere tempo, di non mettere la loro testa sull’altare della propaganda elettorale, rinviando lo ‘scontro’ finale tra il gruppo di ‘fedeli alla linea’ e quello dei ‘riottosi’. Uno scontro che, sulla questione delle buste paga, ha raggiunto ormai livelli di guardia, segnalando un malessere che dopo le recenti espulsioni di Venturino e Mastrangeli (oltre a quella di Caris Vanghetti, uno dei primi ad occuparsi della comunicazione alla Camera e ora ‘dimissionato’) si è fatto ancora più marcato. E innescato una guerra ‘intestina’ che rischia di far deflagrare il gruppo.

– Il presunto pezzo di m.. sta a Genova, non a Palermo – azzarda un parlamentare prima dell’inizio di una riunione convocata alla Camera per discutere dell’aut aut lanciato da Grillo durante il faccia a faccia con loro a Montecitorio. Una riunione preceduta, per quanto riguarda i deputati, da una lettera inviata dalla capogruppo Roberta Lombardi: sulla restituzione della diaria non spesa “abbiamo bisogno di capire come agirai tu personalmente” anche per ”dare a Beppe quello slancio e quella motivazione del potente megafono” durante il nuovo tour elettorale. E’ il tentativo di arrivare alla conta e di votare a maggioranza, cercando magari di evitare ‘black-list’ ma promuovendo il metodo delle ‘white-list’, la lista dei probi da cui è escluso chi non aderisce.

– La black list ve la potete fare anche da soli – confida infatti ai cronisti Stefano Vignaroli.

Ma è il metodo della conta che i ‘dissidenti’ non digeriscono anche perchè, fanno notare, ”era stato lo stesso Grillo a dire che non c’era bisogno di voto se tutto era nel codice” M5S . E invece quella che vedono passare è la linea di Filippo Pittarello, l’uomo di Casaleggio arrivato in assemblea dicendo di voler ”solo assistere” ma poi imponendo nei fatti la sua strategia.

– Se Grillo parla di cresta mi sento offeso, per me è finito. E se fanno la lista dei cattivi sono pronto ad entrarci – è la sfida che lancia un deputato.

A sentire le previsioni, pre-assemblea, i parlamentari contrari a restituire la diaria sarebbero in tutto una decina. Ma molto determinati.

– Chi ha fatto campagna elettorale sui soldi ha sbagliato – afferma Vincenza Labriola.

Adriano Zaccagnini non si nasconde e nel week end pubblica sul suo profilo una serie di considerazioni agguerrite: anche ”a Houston hanno problemi di rendicontazione” sulle spese dello Tsunami Tour. E c’e’ il problema della mancanza di trasparenza sullo statuto del Movimento, mai pubblicizzato, e la posizione di Grillo sullo ius soli, considerata irrispettosa delle prerogative degli eletti. E quello delle diarie che dovrebbero tutelare ”i casi particolari” di chi non ce la fa. Ma ‘apriti cielo’: ”un altro da sbattere fuori..senza discutere” si legge in rete.

Una collega, Emanuela Corda, sentenzia: ”a differenza di altri tendo a rispettare le decisioni della maggioranza e non utilizzo i media per promozionare me stessa”. ”Pur ammettendo che ci sono dei problemi sposo le parole di Manu” le fa eco Alessandro Di Battista. Grillo, in ogni caso, smentisce di avere nulla a che fare con i soldi dei gruppi: ”non gestisco alcun soldo proveniente dalle indennità parlamentari” chiarisce dalla prima tappa del suo nuovo tour, ad Avellino. Ma la questione delle diarie, su cui Roberta Lombardi si dice ”ottimista”, approda intanto anche all’Ufficio di Presidenza della Camera che domani prenderà in esame la richiesta dei Cinque Stelle di poter devolvere una quota dei loro emolumenti.

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