Debito record: 2.034 miliardi. Crolla l’inflazione

ROMA – Ancora un record per il debito pubblico che si attesta a marzo a quota 2.034,7 miliardi di euro, 17 miliardi in più rispetto al mese precedente e quasi 80 miliardi di euro in più rispetto ad un anno prima. Le entrate invece restano stabili: nel primo trimestre sono arrivati nelle casse dello Stato 83,8 miliardi di euro, lo 0,8% in più rispetto al periodo gennaio-marzo del 2012. Lo stato delle finanze pubbliche emerge dai dati della Banca d’Italia. Mentre da Bruxelles ieri sono stati comunicati i dati sulla produzione industriale: l’Italia è il fanalino di coda delle maggiori economie continentali. Infine l’inflazione: ad aprile crolla ma per i consumatori in ogni caso c’è una stangata da 533 euro.

Le finanze pubbliche restano dunque deboli con il debito che sale e le entrate che crescono poco. Anche se ai fini del rispetto degli impegni europei quello che conta non è lo stock del debito ma il suo rapporto con il prodotto interno lordo, è evidente che con un pil che arranca da mesi il dato arrivato sul ‘rosso’ di bilancio rischia di pesare comunque come un macigno. E ieri il Tesoro ha annunciato che si prepara a varare un uovo Btp a 30 anni, dopo la riapertura di febbraio.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha affidato a Bnp Paribas, Citigroup Global Markets, Deutsche Bank, Ubs e UniCredit il mandato per il collocamento sindacato di un nuovo benchmark a 30 anni BTP – scadenza 1 settembre 2044. La transazione sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato.

Intanto crolla la produzione industriale in Italia: -5,2% a marzo rispetto allo stesso mese del 2012. Per Eurostat è il peggior dato tra le grandi economie continentali. Giù anche Germania (-1,5%) e Francia (-1,6%). Nell’insieme dell’Eurozona il calo e stato dell’1,7% (-1,1% invece nella Ue a 27). Nell’ondata dei dati comunicati ieri, anche quelli sui prezzi. Ad aprile l’inflazione su base annua crolla, con la crescita che si ferma all’1,1% dall’1,6% di marzo. Lo ha reso noto l’Istat rivedendo al ribasso le stime (+1,2%). Su base mensile l’indice dei prezzi al consumo resta invece fermo. Il forte rallentamento – hanno spiegato dall’istituto di statistica – è dovuto principalmente alla frenata registrata per i beni energetici. E anche il rincaro del cosiddetto ‘carrello della spesa’, ovvero i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori, ha registrato una frenata: l’aumento su base annua si ferma all’1,5%. Ma per i consumatori non si tratta di dati positivi. ”L’Istat prosegue con la rilevazione di un crollo dell’inflazione del tutto inesistente” calcolando un tasso ”sottostimato” che comunque ”comporta ricadute insostenibili per le famiglie, pari a 533 euro annui per un nucleo di tre componenti”. E’ quanto sostengono Federconsumatori ed Adusbef, sottolineando che ”l’unico dato che conosce un continuo ed inarrestabile crollo è quello relativo alla contrazione del potere d’acquisto delle famiglie”, pari al 6,7% nel biennio 2011-2012, stando alle stime dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori. L’ultimo dato non positivo riguarda i prestiti bancari a famiglie e imprese. Secondo il rapporto mensile Abi ad aprile sono scesi del 3,1% a 1.458 miliardi di euro. Il totale degli impieghi è sceso del 2,12% a 1.907 miliardi. Il ribasso, secondo l’associazione, riflette il permanere della debolezza della domanda e l’andamento del Pil.

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