Bonino, una marcia in più alla politica estera

ROMA – E’ quasi una rivoluzione. L’assegnazione delle deleghe ai tre viceministri e al sottosegretario decisa dal ministro degli Esteri Emma Bonino e ratificata oggi dal consiglio dei Ministri segue solo in parte i tradizionali criteri geografici e tematici. A pesare e tanto, nella scelta, sono le competenze che Lapo Pistelli, Marta Dassù, Bruno Archi e Mario Giro hanno maturato in anni di lavoro politico, ricerca accademica e relazioni internazionali, attentamente dosate con le priorità di politica estera illustrate una settimana fa davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato e con le sfide imposte dagli infiniti dossier sensibili che approdano nelle stanze della Farnesina.

Bonino, forte delle esperienze di decenni di proiezione politica internazionale, tiene per sé l’Europa nel suo complesso, i rapporti bilaterali Europa-Stati Uniti, i diritti umani, il Mediterraneo e, ovviamente, le aree di crisi.

Al vice ministro Marta Dassù vanno le materie relative all’integrazione europea, incluse la politica estera di sicurezza e di difesa e le politiche di allargamento e di vicinato. Dassù si occupa inoltre di rapporti transatlantici e di rapporti bilaterali con i Balcani, con i Paesi del Caucaso, la Russia e la Turchia, oltre alla riorganizzazione degli uffici all’estero. Di competenza di Dassù sono anche le questioni relative all’Expo Milano 2015 e l’iniziativa ‘Women in diplomacy’.

Pesante, come è stata definita nelle ultime ore, la delega al vice ministro Lapo Pistelli (Pd) che segue i Paesi del Golfo più Iran e Iraq, i dossier dell’energia, l’Onu, la Cooperazione e parte dell’Africa. Sulla cooperazione si gioca una partita importante anche a livello di credibilità internazionale dell’Italia, oltre che di ”standard” di politica interna. Se infatti la cooperazione è parte integrante della politica estera, vanno rivisti i miseri fondi destinati all’aiuto allo sviluppo che hanno fatto precipitare l’Italia in fondo alla classifica dei Paesi europei. Come ha sottolineato l’Aoi (Associazione delle ong italiane) è opportuno andare ”nella direzione del raggiungimento collettivo europeo dello 0,7% dell’Aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2015, attraverso un piano di riallineamento pluriennale alla media dei Paesi Ocse dello 0,31% rispetto al pil: questa la carta vincente per affrontare con autorevolezza la Presidenza semestrale italiana dell’Unione nel 2014”. Un punto sul quale il viceministro Pistelli è più che disponibile. Sempre a proposito della delega a Pistelli, c’è la prima assoluta dello ”spacchettamento” dell’Africa, che non è più una delega unica e che mira a rafforzare la presenza italiana nel continente grazie anche alla messa in campo di eccellenze consolidate.

Al sottosegretario Mario Giro (Scelta civica-Sant’Egidio), oltre all’America Latina va l’Africa australe che comprende i Paesi della Sadc (Southern African Development Community) tra i quali il Mozambico, dove La Comunità di Sant’Egidio ha mediato la fine della guerra civile (1992). Giro si occupa anche della diffusione della cultura e della lingua italiana all’estero e delle attività internazionali delle Regioni.

Il viceministro Bruno Archi (Pdl) ha la delega all’Asia, Oceania e Pacifico, agli italiani all’estero e ai dossier internazionali G8 e G20.

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