M5S: Scoppia il caso “olio di ricino”

ROMA – La strada appare ormai segnata. Il gruppo dei ‘frondisti’ del M5S (ormai anche l’ortodossia grillina riconosce la sua esistenza ed è alla ricerca dei componenti) difficilmente tornerà indietro. E così i diretti interessati giurano:

– Ce ne andremo.

L’intenzione c’è e anche da tempo ma restano ancora vaghi numeri, tempi e modi dell’operazione anche se spunta l’ipotesi di uno ”statuto”. Ieri la giornata ‘grillina’, però, è sconvolta dall’ennesimo episodio della guerra ai giornalisti. La deputata Laura Castelli usa l’espressione ”olio di ricino” durante un intervento in Aula sulla Tav. La frase è ambigua: non è chiaro se la Castelli si volesse riferire alla stampa; così gli altri partiti insorgono e chiedono chiarimenti. E’ la stessa deputata piemontese a precisare più tardi che stava citando un titolo di un giornale sugli interessi mafiosi sulla Tav e si riferiva pertanto proprio alla mafia.

Per i frondisti quella della lotta ai giornalisti è soltanto un motivo in più per andarsene. Inizialmente l’idea dei ‘ribelli’ era cambiare dall’interno il Movimento, facendo leva sulla trasparenza e l’entusiasmo dei primi giorni. Ma il ”clima da caccia alle streghe ha impedito qualsiasi dialogo” tra frondisti e fedelissimi di Beppe Grillo. Così ora si lavora anche ad uno ”statuto” per la formazione di un nuovo gruppo.

Ma è proprio questo il punto: capire se ci sono i numeri per formare un gruppo parlamentare. Nelle famose ‘cene dei dissidenti’ si fa la conta e si tenta di capire quanti tra quelli che non sono ancora usciti allo scoperto ma ‘simpatizzano’ hanno realmente maturato l’intenzione di lasciare il gruppo.

– Subiamo forti pressioni e non tutti si sentono pronti. Per questo stiamo aspettando – racconta uno dei frondisti. Ad accelerare i tempi potrebbe essere ancora una volta la questione diaria.

Nell’ultima riunione era stata trovata una soluzione di compromesso: versare in un fondo la parte eccedente di diaria ma senza imporre tetti alle spese. Oggi dovrebbe nascere il fondo e alcuni nodi potrebbero venire al pettine. ‘

– Molti non vorranno versare nulla e verranno allo scoperto –  è convinto un deputato ‘ortodosso’. I dissidenti, dal canto loro, dicono che andranno via ”non certo per la questione diaria” ma per la ”mancanza di democrazia”. A creare confusione è subentrato il ‘caso Venturino’: il vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana è uscito tra mille polemiche dal gruppo del M5S siciliano (Grillo incontrando i parlamentari a Roma lo definì ”pezzo di merda”).

Venturino non ha lasciato il suo incarico da deputato regionale. Ieri ha ricevuto una busta con tre proiettili ed una lettera di minacce che lo invita a ”tornare nelle fogne” e fare spazio ad un altro ‘cinque stelle’. Immediata la solidarietà del gruppo e del M5S Sicilia. Grillo, a margine di un comizio in Sicilia, ha liquidato la faccenda con poche parole:

– Antonio Venturino? Appartiene ormai al passato…

Intanto, continua la guerra ai giornalisti. Grillo insiste e sul suo blog inserisce un sondaggio per il ‘microfono di legno’ da dare alla tv, alla trasmissione ed al giornalista ”più fazioso”. Ma non basta. Insulti dal palco e ora anche le accuse dei parlamentari ‘cinque stelle’ che per`po non resistono alla tentazione di una ‘confidenza’ ai nemici giornalisti per un trafiletto di giornale e finiscono tutti i giorni sui media. In ogni caso Grillo ed il Movimento finiscono nella lente di ‘Ossigeno per l’informazione’, l’associazione che con i suoi report sulla stampa contribuisce a stilare la classifica, spesso citata dallo stesso Grillo, che colloca l’Italia al 57/mo per la libertà di stampa.

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