Lavoro: l’ipotesi dei mini-Bond

ROMA – Puntare sulle piccole e medie imprese per creare nuovi posti di lavoro, è questa l’idea che si è fatta spazio durante il vertice sull’occupazione a Palazzo Chigi tra i ministri del Welfare e delle Finanze di Italia, Germania, Francia e Spagna. Ma per far ripartire le Pmi serve sbloccare il credito, ecco che il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, parla dell’ipotesi di ”mini bond” o ”obbligazioni semplificate” ad hoc per le realtà aziendali di dimensioni ridotte. Finanziamenti dietro cui si può immaginare anche un ruolo della Bei.

Intanto, come conferma il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, si continua a lavorare per un anticipo delle risorse sotto il capitolo ‘Youth Guarantee’, 400 milioni per l’Italia, e per integrarle con quelle provenienti dai nuovi Fondi strutturali europei, in modo da avere una dote già per il 2014. Dalla riprogrammazione dei vecchi fondi Ue inutilizzati invece si potrebbe ricavare un miliardo. Insomma si cercano soldi per alimentare i bonus a chi assume giovani, la misura chiave del piano per il lavoro. Si tratta di trovare i mezzi per defiscalizzazioni e decontribuzioni per i primi due anni di contratti a tempo indeterminato destinati a ragazzi al di sotto dei trenta anni.

Certo non tutti gli interventi ipotizzati sono onerosi, non pongono problemi di copertura i ritocchi alla riforma Fornero, come la riduzione, se non l’azzeramento, dei tempi tra un contratto a tempo determinato e l’altro, l’alleggerimento dei vincoli sulle causali, la semplificazione dell’apprendistato. Giovannini insiste anche sul potenziamento dei centri per l’impiego, sulla formazione e sul miglioramento della partnership tra pubblico e privato. Tutte misure di cui si continuerà a parlare anche la prossima settimana e negli appuntamenti che saranno fissati nell’ambito del confronto con i sindacati.

La dead line resta il Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. L’obiettivo, spiega Saccomanni, è ”riassorbire la disoccupazione”, rientrare dalle cifre, in continuo aumento, sui senza lavoro. Basti pensare, fa presente Giovannini, che solo in Italia i Neet, gli under 30 che nè studiano nè lavorano, costano 24 miliardi di euro l’anno (1,5% del Pil). E proprio per contrastare questa piaga al summit romano è stata presentata anche l’idea di mini bond per ”riattivare un flusso di finanziamenti adeguato alle Pmi”, così che tornino a creare posti, sottolinea il titolare di Via XX Settembre. Obbligazioni che potrebbero essere garantite dallo Stato, da intermediari bancari o anche attraverso la Bei, il cui capitale potrebbe essere portato fino a 60 miliardi di euro.

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