Alfano rilancia, ritorno a FI: a settembre forse il varo

ROMA  – Silvio Berlusconi aveva comunicato tre sere fa ai big del partito la decisione di voler ‘stravolgere’ il Pdl, tornado al modello Forza Italia con una struttura più leggera e senza troppi apparati. Intenzione ufficializzata dal vice premier e segretario pidiellino Angelino Alfano, tra non pochi malumori e dissensi. Il ministro dell’Interno ha confermato il percorso avviato dal Cavaliere definendolo come ”un rinascimento azzurro” che dovrà partire dal territorio con il contributo della società civile ed in particolare ”del mondo imprenditoriale”. Nessun dubbio poi su chi guiderà la nuova formazione politica:

– Sarà Silvio Berlusconi, come è successo negli ultimi anni.

Che il Cavaliere avesse in mente un ritorno alle origini non era un mistero da tempo. Questa volta però ad incidere nella decisione di accelerare il percorso è il provvedimento sul taglio dei finanziamenti pubblici: che ha avuto come prima conseguenza il ridimensionamento della sede nazionale del partito. A luglio infatti il quartier generale traslocherà da via dell’Umiltà a piazza San Lorenzo in Lucina.

Ma, la di là della sede, il rinnovamento a cui pensa il Cavaliere è totale e parte dalla base: azzeramento della struttura dell’attuale partito cercando di reperire fondi attraverso il coinvolgimento di imprenditori, sparsi in ogni regione. I nomi a cui pensa Berlusconi sono diversi, alcuni resi noti nel corso del summit con i big pidiellini, ma diverse personalità chiamate in causa hanno già declinato l’invito.

Il progetto sulla carta è pronto ma i tempi di realizzazione sono ancora incerti, se ne riparlerà, alla fine, dopo l’estate. A comunicarlo sarebbe stato il Cavaliere ai dirigenti pidiellini indicando in settembre come il mese più adatto per il ‘battesimo’ del nuovo partito. Prima di allora però Berlusconi deve fare i conti con il dissenso interno che, con il passare dei giorni diventa sempre più evidente. Oltre a diversi parlamentari, sul piede di guerra sono anche diversi coordinatori regionali estromessi del tutto dal progetto così come le varie ‘anime’ che compongo il Pdl. Tra questi Gianfranco Rotondi che non esita a definire ”la riforma del partito fuori dalla legalità costituzionale e dal Ppe”.

L’iter è tutto ancora da decidere cosi’ come il coinvolgimento della società civile. C’è chi come Maurizio Gasparri ad esempio propone di indire primarie locali.

– Deve essere la gente del territorio ad esprimersi per la scelta dei candidati aperte però anche ai cittadini – dice non nascondendo lo scetticismo per un possibile ritorno a Forza Italia:

– Meglio guardare avanti.

La decisione dell’ex premier di premere sull’accelerate però terrebbe conto di diversi fattori, tra cui gli ultimi sondaggi che danno, per la prima volta dopo tempo, il Pdl scavalcato dal Pd. Sondaggi che avrebbero fatto alzare il tiro a tutti i big pidiellini su Imu e Iva mettendo in chiaro che se Letta non dovesse rispettare i patti la ‘coabitazione’ al governo non può più andare avanti.

Che la tensione nel Pdl sia destinata a salire è un dato di fatto, anche in considerazione del fatto che la prossima settimana arriverà il pronunciamento della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento per il processo Mediaset. Se è vero che Berlusconi continua a ripetere che la tenuta del governo non ha nulla a che vedere con il ‘file’ dei suoi processi, nel Pdl non sono così convinti che in caso di sentenza a sfavore la situazione rimanga così tranquilla per l’Esecutivo.

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