Borghezio nella bufera: dopo Kyenge insulti a Idem

ROMA – Nuova bufera sull’europarlamentare Mario Borghezio che, intervenendo alla rubrica di Klaus Davi ‘Klauscondicio’, attacca duramente il ministro per le Pari opportunità Josefa Idem, salvo poi puntualizzare di aver rivolto solo critiche politiche, dopo le reazioni altrettanto dure nei suoi confronti da parte di esponenti del centrosinistra, del centrodestra e della stessa Lega.

– Non ce l’ho con la signora Kyenge, ce l’ho invece contro questa ministra Idem. Forse le vere puttane -afferma Borghezio- non sono quelle che esercitano la professione, sono quelle piene di ipocrisia, politicamente parlando, che dicono una cosa e ne fanno un’altra. Siamo di fronte a un personaggio che è stato testimonial del nostro ministero delle Finanze, della campagna per gli adempimenti fiscali e la prima a non adempiere è proprio la signora Idem. Non mi ha stupito perché fa parte di quel giro, di quell’ambiente un po’ radical chic, di alta borghesia di persone notoriamente molto abbienti, abituate a fare la morale a Tizio e Caio, riscuotendo i facili complimenti di una opinione pubblica che è ormai assuefatta a questi comportamenti salvo poi, in caso di controlli che purtroppo avvengono molto raramente, dimostrare di essere molto peggio di quelli che, commercianti, artigiani, vengono additati come evasori fiscali.

– E’ intollerabile -reagisce dal Pd, Anna Finocchiaro- presidente della commissione Affari costituzionali del Senato- che non sia possibile evitare di rivolgere critiche a una donna senza accompagnarle con epiteti volgari, discriminatori, sessisti. So bene che non è un caso, specie se le parole vengono da soggetti come Mario Borghezio. Tuttavia, come ebbe modo di dire la ministra Kyenge, dichiarazioni come quella contro la ministra Josefa Idem non offendono chi le riceve, ma tutta la società ed è per questo che le rispediamo al mittente.

– Un vero cialtrone. Non contento di essere stato cacciato dal Gruppo della Lega al Parlamento europeo per le offese al ministro Kyenge, oggi insulta il ministro Josefa Idem, alla quale va la mia solidarietà personale e di tutta la delegazione del Pd – afferma David Sassoli, capo della delegazione dei Democratici a Strasburgo -. Un personaggio del genere – prosegue – non dovrebbe occupare posizioni pubbliche, a maggior a ragione quando, come nel suo caso, a ogni uscita corrisponde una figuraccia in Europa.

– Il leghista Borghezio – aggiunge la deputata del Pdl Elvira Savino – è il leader indiscusso dell’insulto, talvolta sessista, talvolta razzista, talvolta sessista e razzista insieme. Ne ha dato prova anche questa volta nei riguardi del ministro Idem con parole inqualificabili. E’ un cavernicolo della politica che nei riguardi delle donne non argomenta, ma agita solo vistosamente la clava della volgarità”.

– La politica -fa eco Stefania Prestigiacomo- dovrebbe rappresentare la parte nobile e alta che tiene a collante una intera comunità. Che Borghezio si permetta di offendere le donne con epiteti maschilisti che rivelano sessuofobia, cattivo rapporto con l’altra metà del cielo, dileggio gratuito, calunnia e altro, è una vergogna. Gli elettori dovrebbero tenerne conto,ma soprattutto merita di essere isolato dai colleghi di partito.

“Se qualcuno ancora non capiva cosa intendesse Maroni per ‘remare contro’ -scrive su Facebook il deputato leghista Gianluca Pini- oggi Borghezio, fortunatamente già fuori dal Gruppo parlamentare europeo lo ha chiarito senza dubbio: prima con la Kyenge ed ora con la Idem continua a giocare in favore del governo. Non so come altro definire il ricorso continuo a stupide offese gratuite che altro effetto non sortiscono che spostare l’attenzione dai temi reali sui quali si possono e si devono sfidare i membri del governo”.

L’esponente del Carroccio, tuttavia, intervendo in Aula non rinuncia a chiedere conto alla ministra della vicenda fiscale al centro delle polemiche di questi giorni.

– Noi facciamo le battaglie politiche sui contenuti e non con le offese. Rispettiamo la ministra come donna e come straordinaria atleta ma ciò non toglie che c’è una questione politica irrisolta. Il governo risponda alla nostra interrogazione, in un affare che resta sempre più oscuro e che l’intervista concessa dal ministro non chiarisce per nulla”.

Ierri in serata la puntualizzazione di Borghezio:

– Smentisco nella maniera piu’ categorica di aver rivolto un qualsiasi appellativo offensivo e volgare direttamente indirizzato al ministro Idem, a cui ho semplicemente rivolto pesanti critiche sul piano politico. Basterà ascoltare il nastro completo dell’intervista radiofonica di Klaus Davi per accertarsene.

 

 

Il fascicolo sull’Ici arriva in Procura

La Procura di Ravenna ancora non ha aperto nessun fascicolo, ma le carte sul caso Josefa Idem sono a disposizione dei pm. Non è escluso, quindi, che le indagini sulla vicenda del pagamento dell’Ici della sua residenza possano aprirsi anche in temi piuttosto brevi. Al di là delle eventuali implicazioni giudiziarie, però, il caso della casa-palestra del ministro dello sport ha creato una grana non piccola per il governo Letta. Arrivata, peraltro, dall’ultimo fronte che si sarebbe potuto ipotizzare.

Sulla questione pesa, infatti, un presunto abuso edilizio sulla palestra-casa nella quale abitava. E, soprattutto, la dichiarazione sulla residenza nella casa a poche centinaia di metri del marito. Escamotage usato per avere un’imposizione minore nella tassazione sugli immobili. Sul fronte giudiziario le eventuali implicazioni penali avrebbero, peraltro, brevissimi tempi di prescrizione. Su quello politico, però, la situazione è più complessa.

Lei, dopo un’intervista a Repubblica nella quale ha spiegato perchè non abbia intenzione di dimettersi, in mattinata ha preferito non rispondere alle domande dei giornalisti sul caso. Due voci significative si sono però levate da altrettanti parlamentari, peraltro entrambi eletti nella sua città, Ravenna ed entrambi nello stesso schieramento che si è presentato alle elezioni.

Il deputato di Sel Giovanni Paglia ne ha chiesto senza giri di parole le dimissioni.

– Josefa Idem dovrebbe dimettersi, perchè in casi come questo non fare un passo indietro è di per sé indicativo di essere nel posto sbagliato. La politica nasce dalla facoltà di scelta, e questo significa che la sua etica prima è quella della responsabilità”.

Il Pd, attraverso il suo segretario provinciale, nonche’ deputato Alberto Pagani, continua a difenderla, ma comincia a porre qualche distinguo.

– Le sue parole – ha detto – rafforzano in me la convinzione che sia una persona pulita e per bene. Per questo a mio avviso ci sono ancora tre punti che Sefi Idem dovrebbe chiarire meglio: l’abuso edilizio sulla palestra, l’eventuale uso pubblico della struttura e l’evasione su Imu e Ici.

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