Giovannini: “Situazione grave”. Oltre 3 milioni senza lavoro

ROMA  – La disoccupazione continua a macinare record, a maggio avanza senza freni toccando quota 12,2%, il nuovo massimo storico. E’ il livello più alto da quando l’Istat ha aperto la rilevazione, ovvero dal lontano 1977, ben trentasei anni fa. Ed è anche la prima volta che la percentuale dei senza lavoro in Italia supera la media europea (12,1%).

Ormai nella Penisola il numero delle persone in cerca di un posto oltrepassa ampiamente i tre milioni, con quasi mezzo milione in più totalizzato nel giro di un solo anno. Tutti dati che suscitano reazioni preoccupate.

Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ammette come le cifre testimonino ”la gravità della crisi”. D’altra parte il leader degli industriali, Giorgio Squinzi, fa notare come ”purtroppo” l’ulteriore peggioramento fosse atteso. L’unica nota positiva tocca i giovani: l’Istituto di statistica per i 15-24enni rileva un arretramento, almeno su base mensile, del tasso di disoccupazione, fermo al 38,5%. Ma si tratta solo di una piccola discesa, che lascia comunque il valore su livelli tra i più alti nel Vecchio Continente. Basti pensare che gli under 25 alle prese con la mancanza di occupazione sono 647 mila.

Ecco che a confronto con il 2007 il tasso dei senza lavoro è praticamente raddoppiato e l’accelerazione è avvenuta proprio negli ultimi mesi, con lo scoccare del 2013. Resta profondo anche il divario tra la situazione generale e quella giovanile, tanto che a maggio la percentuale di ragazzi disoccupati resta più che tripla. Secondo le ultime stime dell’Istat, però, a registrare i dati più negativi sono gli uomini. Sono loro a toccare il picco percentuale di persone a caccia di un impiego (11,5%) e il minimo storico per tasso d’occupazione (65%). Tanto che la perdita di posti di lavoro ricade quasi completamente sui lavoratori uomini, con una diminuzione di 332 mila occupati contro una flessione per le donne pari a 56 mila unità.

A maggio il mercato del lavoro è così stretto tra due fuochi: da un lato l’occupazione si contrae ancora, mentre dall’altro la disoccupazione avanza (+480 mila senza lavoro in 12 mesi), alimentata dall’arrivo di ‘nuove braccia’, ex inattivi, ovvero persone che prima non partecipavano al mondo del lavoro che, data la prosecuzione della crisi, decidono di mettersi alla ricerca di un impiego.

Il ministro Giovannini sottolinea come questi dati non facciano altro che ”richiedere ancora di più un impegno da parte del Governo” ma, precisa, l’esecutivo ha fatto ”molto”, ricordando che il decreto legge per il rilancio dell’occupazione, a partire da quella giovanile, ”non è da considerare una goccia nel mare”.

Il presidente di Confindustria riconosce che il Governo ha compiuto ”fatti nella direzione giusta”’, anche se, a suo giudizio personale, si tratta di ”piccoli passi”. Ecco che sul fronte lavoro, sostiene Squinzi, ”il problema non è incentivare” l’occupazione, ma ”crearla e per farlo occorre una crescita forte”. Tra i sindacati la Uil, sottolineando ”l’incessante sofferenza” del mercato del lavoro, calcola come ogni mese in media perdano il posto di lavoro 28 mila persone. Per la Cisl, per riattivare un circuito positivo, oltre agli incentivi serve ”una redistribuzione del carico fiscale”; mentre l’Ugl richiede un sostegno maggiore per ”l’auto imprenditorialita”’, fino ad oggi subordinata all’occupazione dipendente.

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