S&P: scure su 18 banche

MILANO – Recessione e rischi del sistema bancario in Italia. E’ questa la formula adottata da Standard & Poor’s per tornare a tagliare il rating delle banche italiane che navigano in un Paese che negli ultimi sei anni ha perso il 9% del Pil e che difficilmente vedrà la ripresa nel 2014. E tirando le somme, il totale di istituti di credito che passano nuovamente sotto la scure dell’agenzia di rating è di 18, di cui 17 che hanno visto il proprio giudizio scendere di un gradino ed uno di due ‘notch’. Restano salve UniCredit e Intesa Sanpaolo, già declassate lo scorso 12 luglio (insieme ad altri sette banche) in seguito al ‘downgrade’ del rating sovrano dell’Italia (10 luglio).

Insomma, al di là della recessione che già pesa sul Paese con i consumi all’osso e gli investimenti al palo, per Standard & Poor’s, sul settore bancario ci sono forti rischi sistemici e non a caso le prospettive (‘outlook’) per l’intero comparto sono negative. E la prima minaccia arriva dal maggior costo della raccolta rispetto agli altri mercati bancari dell’Eurozona. Un contesto che potrebbe limitare l’accesso al finanziamento sul mercato dei capitali a prezzi accessibili.

”Le banche italiane – spiega l’agenzia – operano in un ambiente con alti rischi economici, lasciando le banche più esposte a una recessione più profonda e lunga di quanto pensavamo”.

Sotto la scure, per il taglio di un gradino del merito di credito nel lungo periodo, finiscono quindi 18 banche. Tra queste Ubi Banca e Credem tagliate a ‘BBB-‘; Fga Capital, Iccrea e Mediocredito a ‘BB+’; a ‘BB’ il fronte delle popolari con la Popolare di Vicenza, Veneto Banca, la Popolare di Milano, la Popolare dell’Emilia Romagna e il Banco Popolare (oltre al Creberg, Akros e Banca Aletti); Unipol Banca è scesa poi a ‘BB-‘. Mentre per Agos Ducato è stato deciso un taglio doppio, scendendo a ‘BB-‘ da ‘BB+’. D’altro canto, si salvano, oltre alle due ‘big’ UniCredit e Intesa Sanpaolo (confermate a ‘BBB’), l’Istituto per il Credito Sportivo, Banca Fideuram, Mediobanca, Banca Popolare dell’Alto Adige e l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (rating confermati).

Come detto le prospettive (‘oultook’) sul rating a lungo termine restano negative su tutto il comparto, a parte Carige e Dexia Crediop, i cui rating rimangono in ‘credit watch’, ovvero sotto osservazione per un ulteriore taglio.

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