Cav. tiene a bada Pdl, ma si prepara al Big bang

ROMA – Ennesima giornata di attesa per Silvio Berlusconi che blindato a palazzo Grazioli aspetta di conoscere il suo destino. Ancora 24 ore prima del pronunciamento della Cassazione in merito al processo Mediaset per cui è condannato a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici. Un’attesa che il Cavaliere, consigliato anche dai suoi legali e dai fedelissimi, sceglie di trascorrere quasi in totale solitudine. Per motivi di sicurezza l’area esterna a palazzo Grazioli è stata blindata, ma al di là delle transenne per arginare eventuali curiosi o contestatori, la residenza romana dell’ex premier è assolutamente off limits anche ai dirigenti del partito.

Nessun vertice in programma, ma solo riunioni con i più stretti collaboratori oltre ai legali che da due giorni fanno la spola tra via del Plebiscito e la Suprema Corte. L’obiettivo dell’ex capo del governo almeno fino al pronunciamento della sentenza è quello di mantenere mantenere il massimo riserbo, quasi sparendo dai radar. Una calma apparente che non deve essere turbata per nessun motivo. Questo spiega anche il perchè dell’annullamento della manifestazione organizzata inizialmente dall’esercito di Silvio questo pomeriggio a via del Plebiscito. Raccontano infatti che il sit in nato da un’idea di Daniela Santanchè (fedelissima del Cavaliere) si sarebbe dovuto trasformare in una sorta di mobilitazione generale del partito e dei militanti a sostegno di Berlusconi.

La ‘pasionaria’ del Pdl, infatti, oltre a pubblicizzare l’appuntamento via twitter aveva iniziato anche mobilitare i coordinatori regionali chiedendo di organizzare pullman per portare più gente possibile a Roma. Un’idea però che ha creato caos sia tra i banchi del Pdl in Aula che nelle stanze di palazzo Grazioli e via dell’Umiltà. E che non è piaciuta per niente alle cosiddette colombe poco convinte della bontà di un’iniziativa volta ad alzare un polverone ancor prima di conoscere l’esito della sentenza.

A fermare tutto sarebbe stato lo stesso Cavaliere su suggerimento sia dei sui legali (Franco Coppi in testa) che del suo braccio destro Gianni Letta: Non si può alzare la tensione – avrebbero spiegato – mentre la sentenza magari ancora non è nota. Bisogna fermare qualsiasi iniziativa. E così fino al pronunciamento della suprema Corte, tutto il Pdl, e Berlusconi per primo, resterà il religioso silenzio. Strategia ovviamente destinata a cambiare un attimo dopo la lettura della sentenza, qualunque sia il contenuto. Al momento non è organizzata nessuna conferenza stampa ma – spiegano i fedelissimi dell’ex premier – sarà difficile contenere Berlusconi una volta che sarà resa nota la decisione dei giudici.

I pochi che sono riusciti ad oltrepassare la cortina di ferro che circonda Berlusconi, raccontano di un Cavaliere dall’umore variabile, preoccupato dal rischio di ”una sentenza già decisa da tempo” ma, contemporaneamente, anche convinto del buonsenso dei magistrati della Cassazione che alla fine proveranno l’innocenza. Difficile ipotizzare che in caso di conferma della condanna non ci siano ricadute sull’esecutivo. Berlusconi continua a ripetere ai suoi interlocutori che non ci sono alternative a questo governo: Certo – è il succo del suo ragionamento – non è il massimo, ma non ci sono altre soluzioni. Considerazioni però che in pochi sono pronti a rispettare nel caso in cui oggi arrivasse la condanna in via definitiva.

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