Immigrazione: Lampedusa scoppia

ROMA  – E’ passato un mese dal monito di papa Francesco – “mai più morti e indifferenza” – ma a Lampedusa nulla è cambiato: migliaia di migranti, quando non vengono ingoiati dal mare, continuano ad arrivare ogni giorno, in fuga da fame e guerre. Oltre 250 sono sbarcati tra venerdì e sabato, 90 somali arrivati nei giorni scorsi hanno raccontato che tre donne sono morte di fame e stenti durante una traversata durata cinque giorni, altri 400 sono arrivati ieri, tra cui donne, bambini e neonati: li hanno salvati nelle acque antistanti la Libia gli uomini della Guardia Costiera, intervenuti tra la notte di domenica e il pomeriggio di ieri per soccorrere i tre barconi in difficoltà con cui cercavano di raggiungere l’Europa. E non è affatto escluso che a Lampedusa possano arrivare anche i 102 migranti raccolti da un mercantile battente bandiera liberiana, bloccati a 25 miglia da Malta dopo che le autorità hanno rifiutato l’ingresso in porto della nave.

Il risultato è che l’isola, in questa stagione piena di turisti che poco o nulla vedono e sanno della tragedia dell’immigrazione, è di nuovo in emergenza: a fronte di 250 posti disponibili dopo l’incendio di due anni fa (i lavori di ripristino sono ancora in alto mare), il Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola ospita 800 migranti. Anche Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, ha lanciato l’allarme: la settimana scorsa sono arrivati a Lampedusa 1.300 migranti e nei primi sette mesi del 2013 ne sono sbarcati già 12mila. Numeri nettamente inferiori a quelli del 2011 (quando nei primi sette mesi dell’anno arrivarono 50mila migranti) ma sempre il 175% in più rispetto all’anno scorso.

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