Da disoccupati a precari, oltre 9 mln in difficoltà

ROMA. – Disoccupati, scoraggiati, cassa integrati, precari e part-time non per scelta: la platea dei lavoratori (o ex) in difficoltà è ampia e supera, per la prima volta dall’inizio della crisi, quota nove milioni. A dirlo è l’ultimo rapporto dell’associazione Bruno Trentin-Isf-Ires della Cgil: si tratta per l’esattezza di 9 milioni e 117 mila persone che, al primo trimestre dell’anno, rientrano in quella che viene definita l’area della sofferenza e del disagio occupazionale. La situazione economica e sociale non è affatto semplice. In vista della ripresa dei lavori, i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, ed il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, si sono incontrati per riprendere le fila e fare il punto della situazione. Una occasione per verificare quanto tutte le parti sociali hanno ”le stesse opinioni” su come affrontare la crisi, quindi la possibilità di far fronte comune con proposte condivise – come ha riferito Angeletti – a partire dal pressing per ”una vera riduzione delle tasse sul lavoro”. Squinzi ha anche avuto una colazione di lavoro con il premier Enrico Letta e si è avviata una discussione sulla prossima legge di stabilità. Mentre il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Enrico Giovannini, segna i punti degli interventi – dal lavoro alle pensioni – in arrivo da settembre. Il numero delle persone in difficoltà nel Paese testimonia il ”progressivo deterioramento” del mercato del lavoro: rispetto al primo trimestre 2012, infatti, sempre secondo il rapporto, si registra un incremento del 10,1% (equivalente a +835.000 unità); rispetto al primo trimestre 2007 l’aumento è addirittura del 60,9% (+3 milioni e 450 mila persone). In particolare, l’area della sofferenza occupazionale è costituita da disoccupati, scoraggiati e cassa integrati e si attesta a 5 milioni e 4 mila persone; quella del disagio, che identifica i precari ed i part-time involontari, a 4 milioni e 113 mila unità. Di fronte a questi dati ”molto gravi”, come sottolinea il presidente dell’associazione Trentin, Fulvio Fammoni, non sono rinviabili ”interventi concreti per lo sviluppo e per un lavoro stabile e di qualità”. Quello del lavoro, dopo il dl per rilanciare l’occupazione varato a giugno con i quasi 800 milioni di euro destinati agli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato degli under-30, insieme al capitolo pensioni (dalla cig agli esodati) è un tema di certo non ancora esaurito: la riduzione del cuneo fiscale, torna ad assicurare Giovannini, ”la faremo in sede di legge di stabilità”. Nell’ambito della stessa, inoltre, ”faremo una proposta di allargamento del reddito di inclusione sociale” per le famiglie in povertà. Anche sugli esodati (20-30 mila, secondo lo stesso ministro, ancora da salvaguardare) ”siamo pronti alla discussione” così come ”a settembre arriveremo con una proposta seria” sulle pensioni d’oro (e d’argento). Mentre si fa strada, sempre in ambito previdenziale, l’idea per cui ”chi è a due-tre anni dal pensionamento e lascia il lavoro potrebbe ricevere un sostegno economico, che poi dovrà ripagare: una sorta di prestito – spiega Giovannini al Sole 24 Ore – senza costi aggiuntivi sul sistema pensionistico”.(ANSA).

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