Fassina: “Ora aumenta l’Iva ed è solo colpa del Pdl”

ROMA  – Chiusa per metà la partita Imu (resta da cancellare la seconda rata) si apre, anzi si surriscalda il fronte Iva. E nella maggioranza si riaccende lo scontro: secondo il viceministro all’economia del Pd, Stefano Fassina, troppi soldi per l’Imu non permetteranno di trovare le risorse (1 miliardo) per bloccare l’aumento dell’Iva nell’ultimo trimestre dell’anno. Quindi da ottobre bisognerebbe prepararsi a questo ulteriore esborso. Colpa del Pdl.

Ma Silvio Berlusconi, che interviene dopo Angelino Alfano, è categorico: l’Iva non va ”assolutamente aumentata”, anche perché “non c’e’ una sicurezza” che aumenti le entrate. Sullo sfondo la Commissione europea che avverte l’Italia: è ”assolutamente essenziale” che l’Italia assicuri la sostenibilità della finanza pubblica. Insomma c’è bisogno di coperture certe per tener fede agli impegni presi e sottoscritti dai due precedenti governi (Berlusconi e Monti) che proprio all’Imu ed all’Iva demandavano in parte il rispetto dell’obiettivo del 3% deficit-Pil.

L’addio all’Imu, con la cancellazione per tutti di entrambe le rate dell’imposta – dice Fassina – rende ormai ‘irrimediabile’ l’aumento dell’Iva previsto per il primo ottobre. Insomma dedicare un miliardo per eliminare l’Imu per meno del 10% degli immobili di maggior valore, ha sottratto preziose risorse a finanziare, ad esempio, il rinvio dell’aumento dell’Iva, oramai irrimediabilmente grazie alla ”vittoria” del PdL sull’Imu.

E gli dà manforte il ministro per gli affari regionali, Graziano Delrio:

– E’ chiaro che avere dedicato tante risorse all’abolizione dell’Imu creerà qualche problema in più sulla questione dell’Iva, su questo il viceministro Fassina ha perfettamente ragione.

Ma Angelino Alfano, e dopo il Cavaliere, ribaltano subito la prospettiva.

– Ora un altro obiettivo importante che abbiamo per settembre – dice Alfano – è quello di evitare l’aumento dell’Iva di un punto percentuale e siamo fiduciosi di farcela.

Ma è tutto il Pdl a fare quadrato, dal ministro Nunzia De Girolamo, che in un tweet spiega che bisogna ”scongiurare” l’aumento dell’Iva perché ”meno Iva uguale più consumi più sviluppo” a Renato Brunetta che ribatte direttamente a Fassina.

– Il viceministro, per amor di polemica e di ideologia – commenta -, straparla. Non ci sarà alcun aumento dell’Iva da ottobre, come da accordi di maggioranza.

‘Colorita’ la replica di Fabrizio Cicchitto:

– La dichiarazione di Fassina ricorda molto la storia di colui che per far dispetto alla moglie si taglio’ gli zebedei.

Il dibattito fa storcere il naso a Scelta Civica.

– Pd e PdL dovrebbero francamente vergognarsi – dice Enrico Zanetti, responsabile fisco di Scelta Civica. E mentre anche il segretario della Cgil, Susanna Camusso, si dice ”molto preoccupata” perché un aumento si scaricherebbe ”di nuovo” sulle fasce più deboli, prova a invertire la rotta il responsabile economico di largo del Nazareno, Matteo Colaninno, precisando che ”il Pd metterà in atto ogni sforzo per far sì che non ci sia il previsto aumento delle aliquote”.

Insomma, sarebbe interesse di tutti trovare le risorse per ‘congelare’ almeno fino a fine anno l’aumento. I diretti interessati intanto guardano al dibattito con preoccupazione e Confcommercio chiede alla politica tutta e al governo di ”evitare battaglie di parte e trovare le risorse indispensabili al superamento definitivo dell’aumento dell’aliquota dal 21 al 22%”. Anche perché c’è il rischio di un +0,3%/0,4% per i prezzi al consumo e c’è in ballo la perdita di 10.000 posti di lavoro. E i consumatori avvisano che vigileranno. Si rischia infatti una stangata per le famiglie italiane – che secondo Comitas, associazione delle microimprese – sarà fino a 349 euro annui.

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