Siria: navi italiane a protezione dei Caschi blu

ROMA – Navi militari italiane a protezione dei Caschi blu della missione Unifil in Libano. Il cacciatorpediniere Andrea Doria è già salpato in sordina dalla base di Taranto ed è in navigazione verso le coste libanesi, dove giungerà in un paio di giorni. L’altra nave, la fregata Maestrale, è invece ”in approntamento”.

Il timore che i venti di guerra investano anche il Libano è stato paventato in questi giorni da più parti e molti, anche in Parlamento, hanno chiesto al governo di adottare ”ogni misura” a tutela dei circa mille militari italiani della missione Onu, comandata dal generale di divisione Paolo Serra. In questa direzione va la decisione, adottata nel massimo riserbo, di mobilitare le due navi, sia per la protezione da attacchi dal cielo, sia per una eventuale evacuazione, grazie anche agli elicotteri imbarcati.

Il caccia Andrea Doria è una nave moderna (varata nel 2005), già schierata nel canale di Sicilia in occasione della crisi libica per proteggere il territorio italiano e le altre unità presenti in zona da eventuali attacchi aerei o missilistici da parte della Libia. E’ sostanzialmente lo stesso scopo, come detto, per la quale è stata inviata al largo delle coste libanesi. Si tratta infatti di un cacciatorpediniere da difesa aerea di nuova generazione, dotato di un sistema missilistico ‘Paams’ per lancio di missili Aster 15 e Aster 30. E’ anche dotata di due lanciarazzi e due lanciasiluri. Ha un elicottero imbarcato e 195 uomini di equipaggio.

Insieme al Doria salperà verso il Libano anche la fregata Maestrale, una nave più vecchia (il varo è del 1981), ma oggetto di una recente azione di ricondizionamento delle capacità operative. E’ anch’essa una unità missilistica, che ha partecipato a numerosi missioni, di recente soprattutto sul versante anti-pirateria. Ha due elicotteri imbarcati e 225 uomini di equipaggio. (ANSA).

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