Prandelli carica i suoi: “Voliamo in Brasile”

TORINO – La grande occasione. Cesare Prandelli regala un titolo ad effetto al film della rincorsa azzurra: dodici mesi a inseguire un posto al sole sulle spiagge mondiali di Brasile 2014, che stasera potrebbe essere occupato con ogni comodità, con due turni d’anticipo sulla fine del girone.

“Non sto a pensare ai record, ma solo alla grande occasione che ci si presenta – dice il commissario tecnico azzurro alla vigilia di Italia-Repubblica Ceca – E’ una chance irripetibile. Se abbiamo la possibilità di ottenere così presto la qualificazione è perchè ce la siamo sudata punto dopo punto. Ora chiudiamo il discorso”.

Gli elementi per la festa ci sono tutti, ma si sa che nel calcio festeggiare prima porta male. “Non dobbiamo sbagliare nulla: voglio ordine e concentrazione máxima”, l’avviso di Prandelli, preoccupato dalla condizione fisica messa in mostra venerdì contro la Bulgaria. Nessuna scaramanzia merita invece la celebrazione di Gigi Buffon, capitano salvItalia e idolo dello Juventus Stadium che proprio in questo luogo simbolo della sua rinascita in bianconero fa 136 maglie azzurre e raggiunge al top Cannavaro.

Simbolicamente, la serata per la quale sono attesi 40 mila spettatori nello stadio “tra i più belli d’Europa, e di sicuro il più bello d’Italia”, a sentire il ct, sarà anche una riconciliazione tra l’azzurro e la Juve. Pazienza se ad accogliere la delegazione federale ci sarà il megascudetto n.31 appeso fuori dal futuristico impianto. I tempi delle tensioni Agnelli-Abete sono alle spalle, così quattro anni dopo l’ultima volta azzurra a Torino e a due esatti dall’inaugurazione dello stadio bianconero l’Italia può giocare la sua prima assoluta tra queste mura.

“Non mi stupisce che la gente abbia acclamato Balotelli fuori dal ritiro”, sottolinea il ct, senza ignorare che proprio qui a Torino nacgue anni fa la questione dell’anti-balotellismo, con i cori ‘se saltelli…’ e poi con quel grido ‘non esistono neri italiani’. La questione razzismo quattro anni dopo è sempre sotto i riflettori, come dimostra l’eco avuta dall’assenza del giocatore domenica all’incontro con il ministro Kyenge. “Ma non era previsto ci fosse, non capisco il caso…”, taglia corto il ct, convinto che le luci domani si debbano accendere su altri palcoscenici.

La matematica del girone C parla chiaro: all’Italia che rispetto a Palermo recupera Balotelli, Osvaldo e Montolivo basta oggi vincere o anche pareggiare, se la Bulgaria a Malta non avrà a sua volta fatto risultato pieno: in campo tra l’altro gli azzurri sapranno dell’altro risultato finale a inizio secondo tempo. E se tutto andrà come Prandelli si aspetta, sarà la qualificazione mondiale più veloce della storia azzurra.

“Faccio fatica a pensare al record, non sto con la testa a quel che può significare per il dopo – confessa con sincerità – Penso piuttosto al cammino che abbiamo fatto. Al girone equilibrato che ci siamo ritrovati. Alle parate di Buffon spesso determinanti. All’atteggiamento della squadra scesa in campo per vincere sempre, anche in trasferta, anche quando era in difficoltà”.

Pensa soprattutto, il ct, a come costruire l’Italia migliore contro una Repubblica Ceca “con un centrocampo tra i migliori d’Europa e tante doti di palleggio”.

Senza gli infortunati Abate e Antonelli, il ricorso alla difesa a tre con De Rossi tra i due centrali (“più centrocampista aggiunto che marcatore”) è l’opzione preferita.

“Abbiamo provato anche altre cose”, dice il ct stizzito dallo spionaggio dei media sugli allenamenti a porte chiuse. L’idea potrebbe essere Candreva a centrocampo nella posizione di Thiago Motta, lasciando a Maggio e Giaccherini le fasce, dove però il ct ha provato anche Pasqual. Chiaro che tanto peso sarà sulle spalle di Balotelli (‘’bravo Mario, è questo che voglio da te’’, il complimento nell’ultima rifinitura allo Juve Stadium), testato alla vigilia persino con Gilardino nella posizione che dovrebbe essere di Osvaldo. ‘’Non dico nulla sulla formazione, non do vantaggi a nessuno’’, taglia corto Prandelli. Come l’Italia fosse già al Mondiale, al sole del Brasile.

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