Primo verdetto sulla decadenza: bocciata la relazione di Augello

ROMA – La Giunta per le Immunità del Senato, a poche ore di distanza dal videomessaggio di Berlusconi, boccia la relazione di Andrea Augello nella quale si proponeva la convalida dell’elezione del Cav. E respinge anche, con voto separato, le questioni preliminari sollevate sempre da Augello con le quali si chiedeva di ricorrere alla Consulta e alla Corte di Giustizia Europea.

Ed è dopo questo primo voto sulle “premesse” che si scatena la protesta dei senatori del Pdl che escono subito dalla Giunta per spiegare davanti alle centinaia di telecamere che affollano il cortile di S.Ivo alla Sapienza le ragioni del proprio gesto.

– E’ stato un voto pregiudiziale contro il Cavaliere – spiegano il capogruppo in Giunta del Pdl Nicola D’Ascola e la senatrice Elibatta Casellati.

– Sono entrati in profondo contrasto con la sentenza della Cassazione che definiva la Giunta per le Immunità a tutti gli effetti – è il commento tecnico di Giacomo Caliendo.

Solo il relatore Andrea Augello resta nell’Aula della Giunta per difendere la propria relazione e questo consentirà di non far scattare una norma del Regolamento (il comma 8 dell’art. 18 per la verifica dei poteri) che avrebbe di fatto consentito, in caso di bocciatura unanime, di non convocare la seduta pubblica che invece dovrà ora essere fissata entro una decina di giorni.

Il presidente della Giunta Dario Stefano, che avoca a sè il ruolo di relatore (”me lo hanno chiesto da più parti”), telefona subito al numero uno di Palazzo Madama Pietro Grasso per fissare un incontro nel quale si dovrà decidere il calendario dei lavori.

Stefano dovrà fare la sua relazione in sede di seduta pubblica che dovrà essere convocata non prima di 10 giorni. E sarà quella la sede nella quale Berlusconi potrà difendersi da solo o attraverso i suoi avvocati. E dovrà essere ascoltato anche il primo dei non eletti in Molise per il Pdl, Ulisse Di Giacomo. Con il voto di ieri sera, insomma, si è aperta di fatto la procedura di contestazione dell’elezione di Berlusconi e il voto definitivo in Aula è previsto per i primi giorni di ottobre.

Secondo il regolamento dovrebbe avvenire a voto segreto, ma su questo è ancora polemica visto che i senatori del M5S hanno presentato una richiesta per cambiare la norma regolamentare che impedirebbe il voto palese. Il clima in Giunta, nonostante la protesta pubblica, però non è tesissimo. Prova ne è il sorriso di Augello che quando incontra Stefano fuori dall’aula gli dice:

– Beh, almeno ora non dobbiamo più scontrarci…

– Mi è dispiaciuto – commenta Stefano – che il Pdl sia uscito dalla Giunta per protesta. Mi ero fatto garante di un’intesa sulla procedura che comunque è stata rispettata visto che c’è stato anche un voto sulle pregiudiziali.

Non appena i senatori del Pdl, tranne Augello, hanno abbandonato i lavori parlamentari, Stefano ha convocato per un breve colloquio il capogruppo del pdl in Giunta Nicola D’Ascola per chiedergli il motivo del loro gesto, invitando almeno lui a restare in veste di capogruppo. Ma D’Ascola, secondo quanto si apprende, avrebbe preferito uscire per rispetto della decisione presa dal gruppo

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