Ue apre a Italia su immigrazione

BRUXELLES. – Sull’immigrazione l’Italia segna un primo punto a suo favore a Bruxelles, con l’Ue che ora si dice pronta ad un approccio “solidale” firmato a 28. Il premier Enrico Letta entrando al vertice ribadisce che terrà una posizione “molto ferma”. L’Europa deve “cambiare atteggiamento” per fare in modo che tragedie come quella di Lampedusa “non si ripetano”. “Vogliamo che il Consiglio Europeo si concentri nel dare una risposta”, perché, come aveva anticipato nel suo discorso alle Camere da qui si metta in moto la macchina organizzativa per fronteggiare la situazione, e si assumano ”impegni concreti”, a cominciare dai versanti Eurosur e Frontex, senza “compromessi al ribasso”. Un risultato l’Italia l’ottiene prima di sedersi al tavolo, con l’ultima bozza delle conclusioni del summit che viene emendata, in recepimento delle richieste avanzate da Roma, col sostegno di Spagna, Francia, Malta, Grecia, Cipro e Bulgaria. Il documento sembra aprire una nuova fase, poiché vi si mette nero su bianco che occorre dare al problema dei flussi migratori una risposta europea guidata dal principio di “solidarietà” e di un’ “equa ripartizione delle responsabilità”. Nella bozza all’attenzione dei leader, in vista della discussione di oggi, si specifica che la task force costituita ad hoc (e che si è riunita per la prima volta a Bruxelles nella forma di un gruppo tecnico di esperti), dovrà identificare, in una sorta di road map, azioni concrete, in vista del Consiglio Interni Ue e del vertice di dicembre. Intanto il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano, a Meise, alle porte di Bruxelles, per il pre-vertice del Partito popolare europeo (Ppe) pone “con forza” il tema chiedendo che il partito “si batta per disegnare una vera frontiera” dei 28 perché “non esistono Stati o unioni di Stati che non difendano e proteggano la propria frontiera”. Italia ed Europa “sono accoglienti – dice – ma non possiamo accogliere tutti perché abbiamo già difficoltà, con la crisi che tentiamo di superare, ad assicurare un futuro dignitoso agli italiani”. Anche il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini è a Bruxelles, accompagnata dal governatore della Sicilia Rosario Crocetta, per incontrare il presidente dell’europarlamento Martin Schulz. Rivolgendosi ai capi di stato e di governo riuniti al vertice lancia un appello forte: “Ora che tutti avete visto quelle bare speriamo che davvero qualcosa cambi. Per favore, non deludeteci”. E spiega che “da questi due giorni” di summit si aspetta una diversa politica per l’asilo. Non si può pretendere che venga “chiesto a nuoto”. I migranti devono poterlo fare prima di salire sui barconi. Ma “le risposte non sono Frontex o Mare Nostrum”, evidenzia. Queste operazioni limitano i naufragi ma non li evitano”. “Occorre cambiare il sistema di richiesta di asilo”, insiste Giusi Nicolini. E l’Italia trova un forte alleato nel presidente dell’Europarlamento, che nel suo discorso in apertura del vertice, sferza i 28. Lampedusa è diventata “il simbolo della politica migratoria europea, che ha trasformato il Mediterraneo in un cimitero”. Schulz ricorda come siano almeno 20mila le persone morte negli ultimi 20 anni nel tentativo di raggiungere le coste europee. “Questo non può più essere permesso – tuona -. Lampedusa deve essere il punto di svolta nella politica migratoria europea”. La direzione è quella di “sostenere i Paesi del Mediterraneo nell’accoglienza e nell’organizzare una buona sistemazione tra gli Stati membri”. Questa – scandisce – “è la solidarietà europea, e questo è ciò che deve essere nella nostra agenda”.

(Patrizia Antonini/ANSA)

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