Grecia: Papoulias, non possiamo dare di più

ATENE. – “Il popolo greco non può dare di più e non accetterà alcun ricatto”. Nel giorno in cui ad Atene riprende la nuova missione dei tecnici della troika (Ue, Bce e Fmi) per controllare il processo di risanamento dell’economia greca, il presidente della Repubblica Karolos Papoulias invia un messaggio chiaro ai creditori internazionali. E il riferimento è alla temuta richiesta di nuovi tagli ai salari e alle pensioni che quasi certamente i funzionari della troika, che, dopo il lavoro dei tecnici, giungeranno ad Atene lunedì prossimo, faranno al governo di Samaras per chiudere un asserito ‘buco’ di due miliardi di euro calcolato dai tecnici europei nel bilancio 2014. Il capo dello Stato ha parlato da Salonicco dove, come è tradizione, ha assistito alla parata militare svoltasi per commemorare l’anniversario del 28 ottobre 1940, giorno in cui la Grecia respinse l’ultimatum di Mussolini a concedere il passaggio delle truppe italiane sul proprio territorio ed entrò così nel secondo conflitto mondiale contro le potenze dell’Asse. “Quella dei greci – ha detto Papoulias – fu la prima vittoria antifascista che risvegliò l’Europa di allora che riposava sugli allori dell’Accordo di Monaco del 1938. La Grecia è sempre stata in prima linea nella lotta per la libertà e per i diritti umani. Questo l’Europa contemporanea non lo deve dimenticare. Il popolo greco dette allora il suo sangue e tutto quello che poteva dare, come sta facendo anche oggi dando tutto quello che può per superare la crisi. Ora non può dare di più e questo è il nostro messaggio. Nessuno deve credere che i greci possano cedere ai ricatti. Il popolo greco non ha mai ceduto a ricatti”, ha concluso il capo dello Stato. La questione del ‘buco’ di bilancio, che per i greci sarebbe invece ‘soltanto’ di 500 milioni, sarà il punto dolente della nuova tornata di negoziati che si aprirà il 4 novembre. Infatti, secondo la troika, i due miliardi mancanti devono essere coperti mettendo in atto nuove misure di austerità, mentre, secondo il ministro delle Finanze, Yiannis Stournaras, i 500 milioni di euro calcolati dai tecnici del suo dicastero potrebbero essere recuperati con tagli alla spesa pubblica. Ma osservatori locali prevedono pure duri scontri fra governo greco e troika su altre questioni ancora in sospeso. Tra queste, il risanamento di imprese a partecipazione statale come la Eas (sistemi di difesa), la Elvo (autoveicoli) e la Larko (miniere e siderurgia); la messa in mobilità di 12.500 impiegati statali nell’ambito di una controversa riforma della pubblica amministrazione ed il problema del deficit degli enti previdenziali dovuto alla diminuzione dei loro introiti causata dalla disoccupazione in continuo aumento. 

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