Berlusconi. “Se mi arrestano sarà la rivoluzione”

ROMA  – Alza sempre di più i toni, Silvio Berlusconi che ha ingaggiato una gara anti-sistema con Beppe Grillo. Guai se mi arrestano, sarà la rivoluzione: avvisa il Cavaliere che ha rotto il silenzio in modo fragoroso con una intervista alla radio francese ‘Europe 1’. Berlusconi dice di non avere paura del carcere ma lancia un avvertimento:

– Se a qualche pm dovesse passare per la mente il colpaccio sappia che il paese salirà sulle barricate, e sarà la rivolta civile. Senza contare – prosegue il Cav nel suo ragionamento – che l’ipotesi della galera avrebbe un effetto-boomerang, con l’immagine del martire a mietere consensi elettorali.

Riflessioni che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, tradiscono un certo timore da parte di Berlusconi, quello appunto di essere rinchiuso tra 4 mura (‘se mi impongono gli arresti domiciliari allora vuol dire che in Italia non c’è più libertà). Ma subito esorcizza la paura con la certezza di una revisione dei processi Mediaset e Ruby (‘mai evaso le tasse, nella mia vita privata niente eccessi’) prima delle elezioni politiche, preparandosi dunque alla ridiscesa in campo (”difficile – riflette ad alta voce – arrestare chi fa campagna”).

Intanto nessuna resa: anche se non si potrà candidare, Berlusconi fa già sapere che punta a inserire comunque nel simbolo il suo nome.

– Di certo – va ripetendo – non ho alcuna intenzione di scappare, ‘amo l’Italia’.

Forse senza troppa convinzione rilancia il voto a maggio insieme alle europee e rispolvera il suo sempre più radicato antieuropeismo, in chiave elettoralistica (‘Angela Merkel? Fa i suoi interessi, questa Europa ha voluto una politica che crea depressione e non sviluppo’).

– Non ho paura che mi mandino in prigione. Ma sarà difficile che lo facciano, poiché avrei immediatamente con me la grande maggioranza del paese alle prossime elezioni. Possono controllarmi il telefono, mi hanno tolto il passaporto e possono arrestarmi quando vogliono, ma se lo fanno ci sarà una rivoluzione –  ha avvisato evocando ancora una volta i ”4 colpi di Stato” contro di lui. Infine dirige lo sguardo verso palazzo Chigi per bocciare su tutta la linea il governo Letta che ”non ha mantenuto le promesse”.

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