Mondiali 2022. Qatar, torneo d’inverno scatena le polemiche

PARIGI – I mondiali di calcio d’inverno, quelli di Qatar 2022 secondo il segretario generale della Fifa Jerome Valcke, scatenano le polemiche. In tutto il mondo del pallone, ma in particolare in Francia, dove gli emiri sono di casa nel mondo del calcio e dello sport in generale.

Il numero uno del football francese, Michel Platini, è andato giù duro. Non tanto contro il progetto-inverno – al quale ha da tempo pensato anche lui, presidente Uefa e aspirante Fifa – quanto per la sortita di Valcke: “al comitato esecutivo di inizio ottobre era stato deciso di lanciare una grande consultazione di tutto il calcio e che non sarebbe stata presa alcuna decisione prima dei mondiali in Brasile. Era stato anche deciso di non parlarne, non vedo perché se ne sia parlato pubblicamente, due mesi fa Blatter, adesso Valcke”.

Se Michel si è innervosito, Hassan al-Thawadi – segretario generale del comitato organizzatore dei mondiali qatarioti – è serafico. E spiega al quotidiano L’Equipe che non c’è motivo di pensare che in Qatar, paese del Golfo che si trova nella zona più calda del mondo, all’altezza della regione sahariana – non si possa giocare d’estate: “in estate fa molto caldo – non fatica ad ammettere – non è la stagione ideale per visitare il paese, nessuno lo nega. Ma guardate le coppe organizzate in Messico, nel 1970 e 1986, o quella di Spagna 1982 o negli Stati Uniti nel 1994. Guardate anche il mondiale previsto quest’anno in Brasile e non potrete negare che la questione del caldo fortissimo, talvolta paragonabile a quello del Qatar, non si è mai posta in una coppa del mondo. Non si è svolto sempre tutto normalmente? E rimettere sul tappeto questa storia delle temperature significa ignorare le tecnologie di raffreddamento che saremo in grado di installare negli stadi e nelle altre zone dedicate ai tifosi”.

La posizione di Doha è chiara: noi abbiamo preso l’impegno di organizzare un mondiale estivo – dicono – e siamo pronti a mantenerla. Ma se tutti prendono la decisione di rinviare a novembre, nessun problema. Il Qatar degli emiri, paese ricchissimo con 173 miliardi di dollari di Pil per 400.000 abitanti, di cui solo la metà qatarioti e quindi con pieni diritti, ha vinto la corsa all’organizzazione del mondiale fra polemiche e sospetti di corruzione. Fra le controversie più recenti finite sulla stampa di tutto il mondo, quella sugli “operai-schiavi” nepalesi che stanno lavorando alla costruzione degli stadi del mondiale in condizioni durissime e senza nessuna tutela. In Francia il Qatar ha riversato miliardi nel mondo dello sport: gli emiri sono diventati fra l’altro proprietari del Paris Saint-Germain, scatenando campagne acquisti stellari, e organizzatori di manifestazioni come il più antico e prestigioso concorso ippico di Francia, l’Arc de Triomphe. Che dal 2008 si chiama Qatar Prix de l’Arc de Triomphe.

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