Sipario sull’era Bertone, allo Ior entra Parolin

CITTA’ DEL VATICANO. – Cala definitivamente il sipario sull’era Bertone nelle stanze del potere vaticano. L’ex segretario di Stato esce di scena anche per quanto riguarda l’organo di vigilanza dello Ior, la Commissione cardinalizia, di cui era presidente. Con un ulteriore colpo di acceleratore alla sua opera di rinnovamento, infatti, papa Francesco ha rimpiazzato i quattro quinti della Commissione. Escono i cardinali Tarcisio Bertone, ex primo collaboratore di Benedetto XVI e dello stesso Francesco nei primi mesi di pontificato, Domenico Calcagno, presidente dell’Apsa, il brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, e l’indiano Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi. E al loro posto entrano nella Commissione nomi di stretta fiducia di Bergoglio: il cardinale di Vienna Christoph Schoenborn, quello di Toronto Thomas Christopher Collins, lo spagnolo Santos Abril y Castellò, arciprete di Santa Maria Maggiore, e il nuovo segretario di Stato, il cardinale designato Pietro Parolin, che riceverà la porpora il prossimo 22 febbraio. Resta al suo posto solo il francese Jean-Louis Tauran, capo dicastero del Dialogo interreligioso, membro anche della Commissione referente sulla “banca” vaticana, che ne sta approfondendo lo status giuridico e – come vuole papa Francesco – ne sta studiando la riforma per una migliore “armonizzazione” con “la missione universale della Sede Apostolica”. Proprio quella “armonizzazione” con i compiti e le finalità della Chiesa che forse è mancata negli anni degli scandali e delle gestioni opache legati al Torrione di Niccolò V: l’ultimo in ordine di tempo quello che ha investito mons. Nunzio Scarano, contabile all’Apsa, arrestato nel giugno scorso, di cui sono emerse operazioni sospette ricollegabili proprio ai suoi conti Ior. Lo scandalo Scarano aveva già portato in breve all’estromissione del direttore generale Paolo Cipriani e del suo vice Massimo Tulli, mentre ulteriore forza veniva data alla strategia di sempre maggiore trasparenza, sotto la guida della presidenza del “forziere” vaticano retta dal febbraio scorso dal tedesco Ernst Von Freyberg. Una strategia positivamente valutata anche dal comitato europeo Moneyval, che ha approvato i passi in avanti nel campo della legislazione e delle prassi antiriciclaggio, chiedendo comunque più operatività nella vigilanza dell’Aif, l’Authority finanziaria vaticana, sullo Ior. Ora, mentre la “glasnost” della banca vaticana va avanti con la revisione di tutti i conti, dei rapporti con i clienti, con la chiusura dei conti “laici” – non riconducili cioè alla clientela di religiosi o di dipendenti vaticani prevista per statuto -, e mentre si avvicinano i tempi perché si definisca il progetto di riforma (con possibili accorpamenti con altri organi finanziari vaticani), il Papa ha voluto affrettare anche il ricambio della Commissione di vigilanza. E lo ha fatto con una decisione che stamane ha colto di sorpresa anche gli uffici del Torrione Niccolò V. La commissione era stata rinnovata per un quinquennio il 16 febbraio 2013 dal già dimissionario Benedetto XVI, quindi sarebbe scaduta nel febbraio 2018. Bergoglio però non ha posto tempo in mezzo. E non ha atteso neanche che il presidente Bertone compisse 80 anni, nel prossimo dicembre, per una decadenza per limiti di età. Ora Bertone – per anni al centro delle critiche per la sua gestione del potere e degli affari vaticani all’ombra di Benedetto XVI, bersagliato dalle fughe di documenti della stagione Vatileaks, al centro anche della defenestrazione di Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza Ior – dopo essere stato sostituito con mons. Parolin nell’ottobre scorso alla Segreteria di Stato perde anche la sua ultima carica. Gli resta solo quella di camerlengo, più onorifica che altro, a meno che non si parli di “sede vacante”. I “rumors”, intanto, danno come possibile presidente eletto dalla Commissione di vigilanza Ior per il nuovo quinquennio il cardinale Abril y Castellò, 78 anni, ex nunzio in vari Paesi tra cui l’Argentina, già collaboratore di Bertone come vice camerlengo, e in più molto vicino a Bergoglio che non si stanca di fare visite all’amata basilica di Santa Maria Maggiore. (Fausto Gasparroni/ANSA)

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