Rientro dei capitali, nessun condono ma meno sanzioni

ROMA. – Nessun condono, nessuna amnistia, ma una chance di regolarizzazione per chi riporta volontariamente in Italia i capitali depositati all’estero. Chi deciderà di rimpatriare le somme non dichiarate al fisco godrà di sanzioni amministrative e penali alleggerite e si sottrarrà “all’aggressione” internazionale dichiarata a più livelli all’evasione fiscale. Il premier, Enrico Letta, e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, spiegano così il decreto legge per il rientro del “tesoro” che gli italiani spostano, spesso sistematicamente, al di fuori dei confini nazionali. “Abbiamo fatto una scommessa che per me sarà vincente. – ha esordito il presidente del Consiglio illustrando il provvedimento – Abbiamo rifiutato di seguire la strada dell’anonimato e non abbiamo dato vita ad uno scudo”. L’obiettivo è quello di rendere molto più conveniente per gli evasori il rimpatrio, visto non solo l’ammorbidimento delle sanzioni, ma anche l’aumento del rischio di essere scoperti. Gli accordi internazionali o bilaterali per lo scambio automatico di informazioni stanno infatti diventando una prassi acquisita a livello globale che rende sempre più pericoloso mantenere all’estero capitali non noti al fisco. L’Italia ha già aderito a programmi simili e in questo contesto si inserirà presto anche un apposito accordo con la Svizzera, del quale Saccomanni ha già discusso in questi giorni a Davos e che sarà anche al centro del Forum tra i due Paesi il 30 gennaio a Berna. Il provvedimento approvato dal cdm prevede per la semplice regolarizzazione che la sanzione sia ridotta di un quarto. La sanzione si riduce invece fino alla metà se il contribuente trasferisce i capitali in Italia o in un altro Paese dell’Unione europea o in Stati aderenti all’accordo sullo spazio economico europeo che consentono un effettivo scambio di informazioni, oppure se si rilascia all’intermediario estero l’autorizzazione a trasmettere le informazioni al fisco italiano. Inoltre, chi partecipa alla regolarizzazione spontanea non sarà perseguibile per omessa o infedele dichiarazione. Per i comportamenti fraudolenti (fatture o dichiarazioni false o altri artifici) la pena dai 18 mesi ai 6 anni è ridotta fino alla metà. Il gettito una tantum recuperato dalla tassazione dei capitali rientrati, ha spiegato ancora Saccomanni, sarà in gran parte destinato “per coprire spese in conto capitale, come il rimborso dei debiti della P.a. o l’allentamento del patto di stabilità per gli investimenti”. Le risorse aggiuntive derivanti dalla tassazione permanente potranno invece essere utilizzate, come indicato da Letta, per la riduzione delle tasse sul lavoro. Una via segnata dalla legge di stabilità e che il governo intende perseguire anche con l’alleggerimento del pagamento contributi Inail dovuti dalle imprese, ridotto di un terzo (un miliardo sui tre dovuti) e posticipati a maggio, rispetto alla normale scadenza del 16 febbraio. Per non togliere quello che viene concesso con il taglio del cuneo previsto nella legge di bilancio, il consiglio dei ministri ha infine anche eliminato, come annunciato nei giorni scorsi, il taglio delle detrazioni dal 19% al 18%, che verrà coperto con la spending review. La riorganizzazione delle agevolazioni sarà demandata alla delega fiscale, in corso di esame in Parlamento. 

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