Papa: Mai incuranti dei poveri, migranti, disoccupati

CITTA’ DEL VATICANO. – E’ quasi un manifesto sul valore, anche pedagogico, della povertà o quanto meno della sobrietà, rispetto alle “idolatrie” e alle “schiavitù” del consumo e del denaro, quello che il Papa affida ai giovani nel messaggio per la 29/ma Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebrerà a livello diocesano domenica 13 aprile. Il tema è quello tratto dalle Beatitudini – “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” -, delle quali Francesco sottolinea la “novità rivoluzionaria”, di “un modello di felicità opposto a quello che di solito viene comunicato dai media, dal pensiero dominante”. E nel suo documento, il primo in avvicinamento della Gmg di Cracovia 2016, Bergoglio esorta i giovani a rimettere al centro la “solidarietà”, vincendo “la tentazione dell’indifferenza” verso le “vecchie e nuove forme di povertà”, tra cui la disoccupazione e l’emigrazione. “Nella logica di questo mondo – osserva -, coloro che Gesù proclama beati sono considerati ‘perdenti’, deboli. Sono esaltati invece il successo ad ogni costo, il benessere, l’arroganza del potere, l’affermazione di sé a scapito degli altri”. Invece la sua sollecitazione ai giovani è a “smascherare e respingere le tante offerte ‘a basso prezzo'” che hanno intorno. “Quando cerchiamo il successo, il piacere, l’avere in modo egoistico e nel facciamo degli idoli, possiamo anche provare momenti di ebbrezza, un falso senso di appagamento”, avverte. Ma alla fine “diventiamo schiavi, non siamo mai soddisfatti, siamo spinti a cercare sempre di più”. E per il Papa “è molto triste vedere una gioventù ‘sazia’ ma debole”. Bergoglio incita i giovani ad avere “il coraggio di andare contro corrente”, “il coraggio della vera felicità”: “Dite no alla cultura del provvisorio, della superficialità e dello scarto, che non vi ritiene in grado di assumere responsabilità e affrontare le grandi sfide della vita!”, è la sua esortazione. Il Papa invita i giovani ad essere “liberi nei confronti delle cose”. “Il Signore ci chiama a uno stile di vita evangelico – incalza – segnato dalla sobrietà, a non cedere alla cultura del consumo”. Quindi a “cercare l’essenzialità”, imparando “a spogliarci di tante cose superflue e inutili che ci soffocano”. Un messaggio, quindi, che è quasi un distillato di “francescanesimo”. “Distacchiamoci dalla brama di avere, dal denaro idolatrato e poi sprecato – dice Bergoglio ai giovani -. Mettiamo Gesù al primo posto. Lui ci può liberare dalle idolatrie che ci rendono schiavi”. Tra l’altro, “anche per superare la crisi economica bisogna essere pronti a cambiare stile di vita, a evitare i tanti sprechi”. Insomma, oltre al “coraggio della felicità”, serve anche quello “della sobrietà”. Per il Papa, poi, “abbiamo tutti bisogno di conversione per quanto riguarda i poveri”. “Dobbiamo prenderci cura di loro, essere sensibili alle loro necessità spirituali e materiali”, spiega Francesco. Quello di “rimettere al centro della cultura umana la solidarietà” è il compito specifico che affida ai giovani. “Di fronte a vecchie e nuove forme di povertà – la disoccupazione, l’emigrazione, tante dipendenze di vario tipo -, abbiamo il dovere di essere vigilanti e consapevoli, vincendo la tentazione dell’indifferenza”, è la sua raccomandazione. “Dobbiamo imparare a stare con i poveri – insiste il Pontefice -. Non riempiamoci la bocca di belle parole sui poveri! Incontriamoli, guardiamoli negli occhi, ascoltiamoli. I poveri sono per noi un’occasione concreta di incontrare Cristo stesso, di toccare la sua carne sofferente”. Bergoglio va anche oltre: a suo dire i poveri “sono come maestri per noi”, “hanno tanto da offrirci, da insegnarci”. Essi “ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca”. Possono “insegnarci tanto sull’umiltà e la fiducia in Dio”. Inoltre , per Francesco, “c’è un legame profondo tra povertà ed evangelizzazione”. “Il Signore – è la sua sintesi – vuole una Chiesa povera che evangelizzi i poveri”. Per non dire che “le gioie più belle e spontanee che ho visto nella mia vita sono quelle di persone povere che hanno poco a cui aggrapparsi”. In vista di Cracovia, nel cuore le immagini di Rio, il Papa annuncia che Giovanni Paolo II, prossimo santo, “sarà il grande patrono delle Gmg”, essendone “l’iniziatore e il trascinatore”. E i concetti di questo denso messaggio, viatico per i giovani di tutto il mondo, Bergoglio li condensa anche in un tweet: “Il mondo ci fa guardare noi stessi, l’avere, il piacere. Il Vangelo ci invita ad aprirci agli altri, a condividere con i poveri”.  (Fausto Gasparroni/ANSA)

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