Usa: Frena occupazione, timori per ripresa in 2014

NEW YORK. – La disoccupazione in America scende ai minimi da piú di cinque anni: dal 6,7% di dicembre al 6,6% di gennaio. Mai cosí bassa dall’ottobre 2008. “Nessuno immaginava che potesse calare in un arco di tempo cosí breve”, esulta la Casa Bianca, ricordando come nel 2009 si era arrivati al 10%. Ma non é tutto oro quello che luccica. Gli analisti non nascondono la loro grande delusione per il numero di posti di lavoro creati nell’ultimo mese: appena 113 mila contro gli almeno 180 mila attesi. E a dicembre – é stato confermato – non si é andati oltre i 75 mila. Troppo pochi, tanto da smorzare gli entusiasmi per un 2014 di “svolta” per l’economia, come auspicato da Barack Obama. E non basta evocare il duro inverno – come sottolineano molti analisti – per spiegare un andamento cosí fiacco. “Ci stiamo muovendo nella giusta direzione”, spiega Jason Furman, consigliere economico del presidente, che peró non nasconde come si scontino ancora gli effetti della grande crisi degli ultimi anni. E come il numero dei disoccupati di lungo periodo sia ancona ad un livello “inaccettabile”: 3,6 milioni di persone fuori dal mercato del lavoro da almeno 6 mesi. E con un tasso di partecipazione al 63%, mai cosí basso dal 1978. E se questi dati alimentano le preoccupazioni sul futuro andamento della ripresa dell’economia americana, Wall Street apparentemente non sembra curasene, avviandosi a chiudere la settimana con una nuova giornata positiva: tutti i principali indici sono infatti in rialzo. Del resto la reazione dei mercati di fronte ai dati sul lavoro é scontata: numeri deludenti che creano incertezza sulla ripresa allontanano la fine delle misure straordinarie della Fed a sostegno dell’economia. E’ questo il ragionamento seguito dagli operatori della Borsa newyorkese, sempre attentissimi alle mosse di volta in volta decise dalla banca centrale. Mosse come quelle che riguardano il programma straordinario per l’acquisto titoli, varato a suo tempo dalla Fed per immettere liquiditá nel sistema economico. Un programma che ultimamente é stato ridimensionato, con l’acquisto di asset sceso dagli iniziali 85 miliardi di dollari al mese agli attuali 65 miliardi. E’ stata l’ultima decisione presa da Ben Bernanke prima del suo addio. Janet Yellen, appena insediatasi, é attesa proseguire su questa strada di ritiro graduale delle politiche messe in campo per stimolare crescita e occupazione. Ma se anche a febbraio la perfomance del mercato del lavoro dovesse rivelarsi debole, la Fed potrebbe decidere di tirare il freno sulla strada della exit strategy. Una eventualitá che non dispiace ai mercati. (Ugo Caltagirone/ANSA) 

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