Crisi: 2013 nero per edilizia, sempre meno cantieri

ROMA. – In Italia si aprono sempre meno cantieri e quelli che che già ci sono magari vengono abbandonati e non rimangono che scheletri di palazzi e di altre opere. E’ questa l’immagine del Paese che sta dietro i numeri dell’Istat sull’edilizia, che chiude un altro anno in ‘profondo rosso’: la produzione nelle costruzioni ha perso nel 2013 il 10,9%. Ed è solo l’ultimo dei tracolli. Il settore è ormai alle prese con la crisi da troppi anni, basti pensare che già nel 2008 il comparto risultava in perdita. Poco consola quindi che lo scorso anno sia andato meno peggio del 2012, quando segnò un tonfo del 13,7%. Anzi: dopo un ribasso a doppia cifra ci si poteva aspettare un’attenuazione più decisa del fenomeno. Né conforta il piccolo rimbalzo registrato a dicembre rispetto a novembre (+1,3%), visto che tutto il resto non riesce a scrollare di dosso il segno meno. I sindacati della categoria leggono con preoccupazione i dati dell’Istituto di statistica. E la Filca Cisl avverte: ”Se non si interviene rapidamente si aggraverà l’ecatombe economica e sociale in corso da anni, con effetti drammatici”, visto che, ricorda, ”dall’inizio della crisi il comparto ha perso circa 740mila addetti”. Di certo, sottolinea, per il rilancio non bastano ”i bonus sulle ristrutturazioni ed il risparmio energetico”, che sono una ”proroga positiva ma insufficiente”. Secondo il sindacato per far ripartire l’edilizia sarebbero invece ”necessari interventi per la messa in sicurezza del territorio” e la messa a norma ”degli edifici pubblici, soprattutto scuole ed ospedali”. Insomma, conclude la Filca Cisl, ”non siamo per cementificare, ma per la ristrutturazione del patrimonio abitativo già esistente in una logica di risparmio energetico e di edilizia sostenibile”. 

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