Elicotteri con amianto, indagati vertici Agusta

TORINO. – I vertici di Agusta indagati dalla procura di Torino. La multinazionale che costruisce gli elicotteri in dotazione alle forze di sicurezza italiane finisce nel mirino di un’inchiesta giudiziaria sui rischi provocati dalla presenza di amianto in una quantità innumerevole di velivoli: non per averli fabbricati, ma per avere segnalato il problema in ritardo. E ora su una dozzina di dirigenti, quelli che si sono succeduti a vario titolo nelle posizioni apicali della società fra gli anni Novanta e il 2013, si allunga l’accusa di disastro colposo. L’azienda, dal canto suo, ribadisce la correttezza del proprio operato e conferma “piena disponibilità a collaborare” con i magistrati. Il caso era esploso lo scorso anno quando gli organi di informazione diedero conto di un carteggio fra l’Agusta Westland, il nome attuale dell’azienda, e il Ministero della Difesa. Gli elicotteri dell’Esercito, della Marina militare, dell’Aviazione, dei carabinieri, della polizia e del Corpo forestale furono assemblati con parti in amianto; dalle guarnizioni alle pastiglie dei freni e poi tubi, rotori, ruote, condotte. Il numero delle persone potenzialmente esposte al pericolo di malattie gravissime e incurabili, fra piloti, manutentori e componenti degli equipaggi, era enorme. I velivoli vennero costruiti prima del 1992, quando entrò in vigore la legge che vietava l’uso del minerale killer, e questo scagiona la vecchia dirigenza. Ma il problema, nel corso degli anni, è rimasto sottotraccia. Il pm Raffaele Guariniello ha acquisito la documentazione disponibile e, in base agli accertamenti che ha condotto in questi mesi, ha concluso che la multinazionale non ha informato adeguatamente le autorità. Nel 1996 Agusta aveva trasmesso una segnalazione al Ministero che però, adesso, è giudicata lacunosa sotto diversi aspetti. Soltanto nel settembre del 2013 – secondo l’inchiesta – la Difesa ottenne l’elenco completo del materiale pericoloso presente negli elicotteri o giacente nei magazzini. Non solo: è emerso che già nel 1994 la Marina militare aveva sollevato la questione chiedendo dei chiarimenti. Ed è proprio la Marina al centro di un’altra inchiesta, dalla quale si è sganciata quella sugli elicotteri: un maxi fascicolo che contiene i nomi di circa 300 marinai morti di mesotelioma e altre malattie collegate all’amianto dopo avere prestato servizio su un centinaio di navi di stanza soprattutto a Taranto e La Spezia. Anche qui gli indagati sono una dozzina, ma fanno parte dello stato maggiore della Marina: l’ipotesi è omissione colposa di cautele. Quanto agli elicotteri, la bonifica è cominciata da tempo. Ma a Torino non si conoscono ancora dati precisi. In una nota diffusa in serata, Agusta Westland sottolinea di aver “sempre agito nel pieno rispetto delle normative in materia, procedendo all’eliminazione del materiale contenente amianto dalle nuove produzioni, come richiesto a partire dal 1992”. Con riferimento, poi, alla flotta di elicotteri in servizio presso le Forze Armate e i Corpi dello Stato italiani prodotti prima del 1992, AgustaWestland afferma anche “di avere comunicato con tempestività i componenti potenzialmente pericolosi; e che tutti gli interventi di rimozione richiesti, relativi alla potenziale presenza di amianto in alcuni componenti, sono stati effettuati in coordinamento con le stesse Istituzioni, nel corso delle attività di manutenzione realizzate da tali Enti, che gestiscono direttamente la propria flotta elicotteristica”. 

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