Renzi impone la squadra, governo sindaco d’Italia

ROMA. – Allergico a trattative e vertici, ad un certo momento Matteo Renzi ha messo un punto. “Se io mi gioco la faccia e anche l’osso del collo, voglio decidere io il volto del mio governo”: è la determinazione con cui il premier incaricato è salito al Quirinale con una lista mobile nelle caselle ma definitiva nei nomi. D’altra parte, per il suo carattere decisionista, il Sindaco aveva già concesso troppo agli equilibri della coalizione, riconfermando i 3 ministeri ad Ncd, e alle logiche di corrente del Pd. Sono state 24 ore no-stop di trattative per Renzi. E l’obiettivo era uno solo: segnare la discontinuità con il governo Letta, a partire da figure “ingombranti” come Emma Bonino, sostituita da Federica Mogherini, meno conosciuta all’estero ma un’esperienza consolidata in campo internazionale. Oppure Roberta Pinotti che rompe per la prima volta lo schema dei ministri della Difesa solo uomini. Renzi avrebbe voluto innovare anche di più ma è consapevole che la maggioranza ha i suoi limiti. E che con Alfano bisognava trovare un’intesa per creare una squadra compatta. E così, dopo l’aut aut nel vertice notturno, il leader Ncd ha rinunciato al ruolo di vicepremier tenendo il Viminale e confermando nelle stesse caselle Maurizio Lupi e Beatrice Lorenzin. Ma chi si aspettava un governo Leopolda, con volti glamour e pieno di fedelissimi, è rimasto deluso. “E’ il governo modello sindaco d’Italia”, spiegano i renziani indicando in Graziano Delrio, sottosegretario che sarà di fatto il vicepremier di Renzi, in Maria Carmela Lanzetta e nel premier stesso l’idea di un esecutivo che punta a stare tra la gente ed i suoi problemi. Per questo il presidente del consiglio morde il freno e non vede l’ora di passare all’azione. “Matteo ha trattato fin troppo per i suoi gusti”, raccontano i fedelissimi. Ed infatti non si esclude che il tradizionale primo consiglio dei ministri, previsto per domani dopo il passaggio di consegne, non serva solo per assegnare le deleghe ma possa già essere operativo. Il leader Pd ha già annunciato il suo file Excel che prevede entro fine mese il primo via libera alla legge elettorale e l’ok, probabilmente in consiglio dei ministri, al ddl per superare il Senato. Per calmare i timori di Alfano, Renzi ha assicurato che poi a Palazzo Madama verrà inserita nella riforma elettorale la norma che lega l’entrata in vigore della nuova legge all’iter delle riforme. Rassicurazioni che però non cambiano la tabella di marcia. E contemporaneamente, già nelle prossime settimane, il presidente del consiglio vuole mettere a segno le prime misure sul lavoro. “L’elemento di forza di questo governo – ha spiegato il premier al Capo dello Stato – e’ la concretezza. Per la prima volta c’e’ una squadra anche dei sindaci per portare all’interno della discussione politica non solo le istanze dei mercati ma anche di chi il disagio lo vive nei mercati rionali”. E alla gente normale il premier incaricato punta a rimanere vicino anche negli atteggiamenti, rifuggendo le ritualità dei Palazzi, come ha dimostrato il tweet proprio durante il colloquio con il presidente Giorgio Napolitano: “Arrivo, arrivo! è la volta buona”.  (Cristina Ferrulli/ANSA)

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