Da riforme a Ius soli, il programma di Renzi in pillole

ROMA. – Recuperare il rapporto tra politici e cittadini. E’ la ‘mission’ che Matteo Renzi si è assegnato tracciando durante il discorso programmatico le principali priorità d’azione del suo governo che vanno dalle riforme alla revisione dello Ius soli. SEMPLIFICAZIONE: subito una una cura choc per dare una scossa ad un “Paese arrugginito da una burocrazia asfissiante” disboscando e semplificando la Jungla di regole e leggi che lo incatena. RIFORMA SENATO: Matteo Renzi chiede il superamento dell’attuale conformazione del Senato, mantenendo fermi il no al voto di fiducia e il no al voto di bilancio e la possibilità di svolgere la funzione senatoriale non come incarico figlio di un’elezione diretta e con un’indennità ma, come nel modello tedesco, attraverso l’assunzione di responsabilità dai territori. TITOLO V: superare il Titolo V della Costituzione è l’altra priorità per Renzi che vuole rivedere le competenze esclusive dello Stato e delle Regioni e introdurre la possibilità per le Regioni di legiferare in ogni materia che non sia specificamente assegnata, ma contemporaneamente di introdurre una clausola di intervento della legge statale anche in materie che siano esclusivamente assegnate alla competenza regionale quando questo sia richiesto da esigenze di unità economica e giuridica dell’ordinamento. LEGGE ELETTORALE: Occorre cambiare le regole del gioco. Matteo Renzi rimette in cima alle priorità la legge elettorale. E per averne una che consenta il ballottaggio questa deve essere, spiega, impostata sulla presenza di una sola Camera. PROVINCE: viene individuato nel disegno di legge Delrio il veicolo con cui si possono superare le province e impedire che il 25 maggio si voti per poi ragionare nella discussione sul Titolo V su cosa esse debbano diventare. SCUOLA: Altra priorità del Paese per la quale occorre coinvolgere dal basso in ogni processo di riforma gli operatori della scuola. Bisogna poi sbloccare gli investimenti nell’edilizia scolastica fermati da un Patto di stabilità interno che il Governo, almeno su questa parte, intende cambiare subito. Gli interventi pensati sono dell’ordine di qualche miliardo di euro. LAVORO: Con dati non da crisi ma da “tracollo”, entro il mese di marzo il governo intende partire con la discussione parlamentare del cosiddetto Piano per il lavoro, che, modificando uno strumento universale a sostegno di chi perde il posto di lavoro, interverrà attraverso nuove regole normative. DEBITI PA. Subito lo sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa depositi e prestiti. ACCESSO AL CREDITO: qui il governo pensa a un’immediata creazione (e successivo sostegno) di fondi di garanzia, anche attraverso un rinnovato utilizzo della Cassa depositi e prestiti, per risolvere la questione delle piccole e medie imprese che non riescono ad accedere al credito. CUNEO FISCALE. Altro punto che sarà affrontato nelle prossime settimane – è una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale, attraverso misure serie e irreversibili, legate alla revisione della spesa, che porterà nel corso dei primi mesi del primo semestre del 2014 a vedere dei risultati concreti. RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Il processo di riforma della pubblica amministrazione sarà presentato prima delle elezioni e lascia presagire una rivoluzione anche tra i dirigenti. Mai più governi che passano e dirigenti che restano. Con in più responsabilità erariali, penali e civili oltre a quelle da mancato raggiungimento degli obiettivi. FISCO. Attraverso l’utilizzo della delega fiscale che il Parlamento rivoluzionare il rapporto con i cittadini. Anche mandando ai pensionati direttamente a casa la dichiarazione dei redditi precompilata. GIUSTIZIA. Da giugno sarà all’attenzione del Parlamento un pacchetto organico di revisione della giustizia: da quella amministrativa a quella civile (con drastica riduzione dei tempi dei processi). Stesso discorso vale anche per la giustizia penale che arriva troppo tardi. IUS SOLI: Identità e integrazione. Sono le parole d’ordine che vogliono permettere agli immigrati di acquisire la cittadinanza dopo un ciclo scolastico o alla nascita e su cui Renzi promette uno sforzo di sintesi CULTURA: deve aprirsi avere il coraggio di aprirsi agli investimenti privati. (Paolo Dallorso/ANSA)

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