Pentagono: Ridotto il numero di soldati Usa, come prima del ’40

NEW YORK. – Per il Pentagono è in arrivo una drastica cura dimagrante. Il segretario alla Difesa Chuck Hagel intende ridurre il numero dei soldati Usa al livello più basso fin da prima della Seconda guerra mondiale, e di depennare tra le altre voci anche un’intera classe di aerei da combattimento: si tratta di un progetto dettato dalle pesanti riduzioni di budget imposte al Dipartimento della Difesa, ma anche dall’evoluzione della tecnologia militare, e dalla fine delle guerre in Iraq e Afghanistan. I tagli ridurranno notevolmente le spese, ma lasceranno comunque le forze armate americane in grado di condurre e vincere un guerra contro qualsiasi avversario, anche se non saranno in condizione di gestire lunghe occupazioni di territori nemici, affermano alti ufficiali e strateghi militari.  Secondo quanto hanno rivelato diversi funzionari del Pentagono al New York Times, Hagel intende ridurre gli effettivi dell’esercito – attualmente forte di circa 522mila soldati, che entro il 2015 dovranno essere 490mila – ad una cifra compresa tra i 440 e 450mila. Numeri ben al di sotto dei 1,6 milioni raggiunti nel 1952 e nel 1968, rispettivamente per la guerra in Corea e in Vietnam, per non parlare dei sei milioni raggiunti nel 1945, ma anche del massimo di 570mila raggiunto dopo l’11 settembre 2001. Il progetto del segretario alla Difesa, che dovrebbe essere reso pubblico a breve e che per diventare operativo avrà bisogno dell’approvazione del Congresso, prevede il mantenimento, almeno per un anno, delle attuali 11 portaerei, ma allo stesso tempo prevede il pensionamento dell’intera flotta di aerei caccia A-10 dell’Air Force, e anche il ritiro dei famosi aerei spia U-2, che saranno sostituiti dai più economici droni. Allo stesso tempo, continueranno invece gli investimenti per i controversi caccia F-35. In tal modo il Pentagono riuscirà ad adeguarsi al budget di 496 miliardi di dollari stabilito per il Dipartimento della Difesa per l’anno fiscale 2015, anche se non è detto che nel 2016 arrivino ulteriori riduzioni, e quindi altri tagli. Resta comunque da vedere se il progetto del segretario Hagel supererà la prevedibile opposizione da parte di diversi gruppi di pressione, che vanno dai produttori di armi ai membri del Congresso, e diversi governatori, che non vogliono la chiusura di basi militari nei loro stati. Secondo funzionari del Pentagono citati in forma anonima dal New York Times, i tagli comportano in effetti maggiori rischi per le forze armate in caso venisse loro di nuovo richiesto di condurre due guerre contemporaneamente. Per arrivare al successo, affermano, ci vorrebbe più tempo e ci sarebbe un più alto numero di caduti. Tuttavia, anche se “bisogna sempre tenere le istituzioni pronte, non si può portare avanti una grande forza da guerra di terra per il Dipartimento della Difesa quando non ci sono più grandi guerre di terra”, come ha affermato un alto funzionario. (Stefano de Paolis/ANSA)

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