Renzi, su di me sciocchi pregiudizi, cambieremo l’Italia

ROMA. – “L’Italia si può cambiare”. Matteo Renzi non pare per nulla impressionato dal ‘fuoco di fila di sciocchezze’ lanciate nei suoi confronti. Andrà avanti “dritto con un sorriso”. Sapendo che se “l’Italia si può cambiare, la mentalità di chi vive di pregiudizio no”. Non sono ancora le sette del mattino e Matteo Renzi dà l’ormai consueto buongiorno via Twitter avviando un breve scambio di messaggi con alcuni cittadini. Li informa di essere “al lavoro a palazzo Chigi sul dossier che presenteremo il 12 marzo”. Lavoro, scuola e casa, insomma. Tre dossier che lo terranno incollato a Roma per tutto il giorno al lavoro con i suoi più stretti collaboratori. C’è anche un consiglio dei ministri da riunire, per deliberare però su questioni di routine. Ma c’è anche la grana sulla legge elettorale: la presidente democratica della commissione Affari costituzionali, Anna Finocchiaro avverte che verranno introdotte modifiche al Senato. Il suo collega della Camera, il forzista Francesco Paolo Sisto si infuria. Ma anche il presidente del Nuovo Centrodestra, Renato Schifani, avverte: palazzo Madama “non sarà il notaio” di decisioni prese a Montecitorio. Nella girandola di incontri a palazzo Chigi Renzi vedrà anche il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda. C’è da incardinare la riforma costituzionale del Senato, che dovrà partire da palazzo Madama. E che potrebbe essere avviata subito dopo il sì alla Camera della legge elettorale. Matteo Renzi ha in mente di farla partire per la prossima settimana. E a Palazzo Chigi, di raccordo con i gruppi parlamentari, si starebbe perfezionando in queste ore la riforma che renderà il Senato organo non elettivo. Ma è tutta concentrata sulle misure per far ripartire lavoro ed economia l’attenzione del premier. La data del 12 marzo si avvicina mentre impazzano le polemiche sullo stato dei conti. L’ex ministro del Tesoro, dopo le critiche di Rehn, è infuriato e difende l’operato del governo Letta. Ma il premier, in un colloquio con ‘la Stampa’ lo gela: “sui conti c’è poco da dire: è stato addirittura Saccomanni ad avvisarci che le cose stavano in un certo modo… dunque non capisco né gli attacchi né le ironie”. Ma proprio conversando con il quotidiano torinese il premier si lamenta: “Avevo dei nemici che mi attaccavano, ma lo sapevo e lo tenevo nel conto. Ma ora mi attaccano anche quelli che prima mi sostenevano: e onestamente non capisco sulla base di che, visto che non abbiamo ancora nemmeno cominciato”. Anche perchè, dice nella sostanza, la fiducia nel governo “cresce”, la squadra di governo tiene e gli pare buona: dunque non c’è ragione né degli attacchi né delle ironie. Ironia che invece usa in un tweet conversando con l’ex sindaco di Ferrara e sindacalista della Cgil Gaetano Sateriale: “La priorità è: crescita e lavoro, lavoro e crescita; si sarà mica iscritto alla Cgil?” chiede al premier. E lui, di risposta: “tranquillo Gaetano, è un rischio che non corro! Né io, né la Cgil…”. Ironia non gradita dal segretario generale. Tranquilli? “Io non sono tranquilla per il rapporto che lui pensa di avere con le parti sociali” replica Susanna Camusso che gli imputa di ignorare l’importanza della concertazione. “È già successo con Monti o Letta. Il problema è avere governi che teorizzano la scomparsa della rappresentanza sociale. Del resto – attacca – questa è la tesi che sosteneva l’attuale ministro Guidi quando era alla guida dei giovani di Confindustria”.  (Francesca Chiri/ANSA)

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