Pioggia di razzi da Gaza. Netanyahu,reagiremo con forza

TEL AVIV. – Il più vasto attacco dalla Striscia di Gaza contro Israele dall’operazione ‘Colonna di Nuvola’ del novembre 2012: è il giudizio dell’esercito israeliano che ha contato oltre 30 razzi (di cui 8 caduti in centri urbani ma senza feriti) lanciati dalla Jihad islamica (che ne vanta invece oltre 50) verso le comunità israeliane limitrofe a Gaza. Ed alcuni media portano il totale addirittura a 70. Un’escalation alla quale ha subito reagito il primo ministro Benyamin Netanyahu: “Se non ci sarà silenzio nel sud di Israele, presto – ha avvertito – ci sarà un rumore assordante a Gaza”. “Il nostro esercito – ha aggiunto nella conferenza stampa con a fianco il premier britannico David Cameron, giunto in visita nella regione – in questo momento reagisce con potenza agli spari da Gaza”. E sono molti gli analisti a domandarsi se questo non possa essere l’avvio di un possibile ingresso dell’esercito israeliano nel territorio controllato da Hamas. Del resto il ministro degli Esteri, il ‘falco’ Avigdor Lieberman, non ha avuto esitazioni nel sostenere che di fronte alla situazione “non c’è ormai altra scelta che rioccupare per intero la Striscia”. L’esercito per ora ha annunciato solo di aver colpito con l’artiglieria due siti “terroristici” nel nord e nel sud della Striscia. Ma l’impressione, secondo i media, è che la reazione non sia destinata a fermarsi qui. Nel frattempo il ministro della Difesa Moshe’ Yaalon ha chiuso fino a nuovo ordine i valichi di frontiera con Gaza. La nuova escalation della Jihad, che ha rivendicato l’azione in risposta all’uccisione ieri da parte si Israele di suoi tre miliziani, avviene a pochi giorni dalla conferenza stampa di Netanyahu sulla nave proveniente dall’Iran piena di missili destinati a Gaza. Ed è apparsa a molti un serio colpo al cessate il fuoco raggiunto nel novembre del 2012. Il portavoce militare israeliano ha detto di ritenere responsabile la fazione islamica di Hamas “per tutti gli attacchi che partono dalla Striscia”. Mentre Hamas – secondo i media – ha addossato ad Israele “la responsabilità” della escalation rivendicando il “diritto del popolo palestinese a difendersi”. La pioggia di razzi ha costretto, al suono delle sirene di allarme, migliaia di cittadini del sud di Israele a chiudersi nei rifugi e ad essere sempre vicini ai ripari: l’esercito ha ricordato che dall’avvio del 2014 sono stati almeno 60 i razzi scagliati contro Israele. L’accelerazione è avvenuta a breve distanza dalla fine dell’intervento di Cameron alla Knesset: un discorso in difesa della sicurezza di Israele, di condanna del boicottaggio al quale la Gran Bretagna – ha detto – si opporrà, ma anche di appoggio pieno agli sforzi diplomatici per un accordo tra le parti del segretario di Stato Usa John Kerry e alla soluzione a due Stati. Netanyahu, nel suo discorso di benvenuto – più volte interrotto dai banchi dell’opposizione mentre i partiti religiosi hanno lasciato l’aula per protesta contro l’approvazione della legge che estende la leva militare agli ultraortodossi – ha invitato il mondo “a premere sui palestinesi” perché “il tempo si sta esaurendo anche per loro”. “Il rifiuto di riconoscere lo Stato ebraico – ha spiegato – è la radice del conflitto, non certo i villaggi ebraici in Giudea e Samaria”. Ma intanto la gente di Gaza teme una nuova guerra. La popolazione vive ore di angoscia mentre Israele accresce la pressione militare ai margini della Striscia. E sotto la pioggia battente molti cercano di approvvigionarsi di scorte di combustibile nel timore che sia ormai imminente un nuovo conflitto. (Massimo Lomonaco/ANSA)

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