Merkel aspetta Renzi alla prova. Domani Hollande, lunedì Berlino

BERLINO. – Berlino aspetta Matteo Renzi. E Angela Merkel è certamente curiosa di incontrare il nuovo premier italiano che, come ha fatto dire al suo portavoce, ha un “programma ambizioso di riforme” per l’Italia. La cancelliera è tra quelli che su di lui ci hanno visto lungo: lo aveva individuato leggendo un articolo, e Renzi è già stato nella capitale tedesca, convocato in cancelleria lo scorso luglio. Con un certo imbarazzo per Enrico Letta, all’epoca ancora premier. Ora vuole vederlo alla prova dei fatti, mentre i falchi del suo partito ne hanno già bocciato l’intenzione di “fare altri debiti”. Il cruciale tour europeo del presidente del Consiglio inizia domani a Parigi, passa lunedì per Berlino e culmina giovedì e venerdì al Consiglio europeo a Bruxelles: Renzi potrebbe cercare una sponda per convincere i tedeschi della necessità di Roma di fare leva anche sul deficit (pur restando sotto il 3%) per il rilancio. Ma non è detto che Hollande sia pronto a guastare l’intesa con la grande coalizione di Merkel, il cui appoggio è prezioso in tempi in cui Bruxelles marca stretto anche l’Eliseo. Intanto, visti i precedenti – gli accenti antitedeschi dell’ultima campagna elettorale italiana in cui la Frau di ferro è stata accusata di aver provocato la recessione – Berlino non si espone in valutazioni dirette sull’intenzione del premier di finanziare in parte col deficit il taglio del cuneo fiscale. A una domanda specifica sul punto, il portavoce della cancelliera Steffen Seibert ha risposto in conferenza stampa aggirando lo scoglio: “Noi siamo consapevoli che il premier si è insediato con un programma di riforme ambizioso. Lo illustrerà certamente alla cancelliera e ne parleranno. Ma non vorrei esprimere aspettative”. “È la trentesima volta che avvengono le consultazioni fra Italia e Germania – ha aggiunto sul vertice intergovernativo di lunedì che vedrà schierati 6 ministri tedeschi -. Alle spalle abbiamo una collaborazione molto lunga e molto stretta”. Il portavoce ha però negato anticipazioni: “Non voglio fare previsioni”. Che sul tavolo lunedì a Berlino ci sarà il nodo delle trattative con l’Ue necessarie per rispettare gli annunci sul taglio delle tasse e l’aumento delle buste paga fatti in questi giorni dal premier è certo. Se Renzi vuole una chance a Bruxelles, deve riuscire a portare Berlino dalla sua parte, convincendo la cancelliera che l’Italia per ripartire ha bisogno di più margine sull’indebitamento. L’entourage di Frau Merkel, però, ha già chiaramente rigettato questa ipotesi. “Se pensa di fare nuovi debiti diremo di no”, ha detto all’Ansa nei giorni scorsi il vice-capogruppo parlamentare della Cdu Michael Fuchs. Le ambizioni riformatrici sono invece viste con favore in Germania, dove Renzi ha avuto molta attenzione anche dalla stampa, che gli ha riconosciuto un dinamismo inedito e il merito di aver rotto con la vecchia guardia. L’unica responsabile, secondo i tedeschi, della difficile situazione economica italiana. Intanto, dopo l’annuncio delle misure economiche romane, a Bruxelles, almeno per ora, non è scattata nessuna trattativa. E i tecnici della Commissione non vedono nessuna corsia d’emergenza. La prossima tappa formale per il confronto Governo-Commissione è quindi a metà aprile, quando l’Italia dovrà inviare il Piano nazionale di riforme, e il programma di stabilità, con le coperture necessarie a realizzare le riforme. Bruxelles entrerà nel merito delle intenzioni di Renzi solo allora e già i primi di maggio, quando pubblicherà le nuove stime economiche, dirà se le coperture sono sufficienti oppure se le misure aggravano il deficit senza un ritorno sufficiente di pil. L’unico modo per convincere la Commissione che fare deficit può aiutare anche la discesa del debito è se vi fosse un significativo balzo in avanti della crescita: agendo sul cosiddetto denominatore del rapporto debito/pil, il nominatore, cioè il debito, scenderebbe automaticamente. (Rosanna Pugliese e Chiara De Felice/Ansa)

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