Papa: veleni inquinano media, troppa aria sporca

 CITTA’ DEL VATICANO. – I media sono terreno per “peccati mortali” come la calunnia e la diffamazione, anche se “il più pericoloso” è la disinformazione. Ed è un clima “inquinato” quello che si respira attraverso le radio e le tv, con troppi “veleni”, troppa “aria sporca, che non fa bene”. Parlando alle emittenti radio-televisive cattoliche dell’associazione Corallo, papa Francesco ha colto oggi l’occasione per fare le pulci all’intero sistema dei media, alzando anche il tiro rispetto alle raccomandazioni già date il 18 gennaio scorso nell’udienza al personale e ai dirigenti Rai. “Oggi c’è molto inquinamento, e anche il clima mediatico ha le sue forme di inquinamento, i suoi ‘veleni'”, ha scritto il Papa nel suo discorso, che ha fatto consegnare ai rappresentanti del network cattolico durante l’udienza nella Sala Clementina. “La gente lo sa, se ne accorge, ma poi purtroppo si abitua a respirare dalla radio e dalla televisione un’aria sporca, che non fa bene”, ha aggiunto, suggerendo invece agli operatori che “c’è bisogno di far circolare aria pulita, che la gente posa respirare liberamente e che dia ossigeno alla mente e all’anima”. Il Papa ha anche raccomandato di dare “attenzione a tematiche importanti per la vita delle persone, delle famiglie, della società” e di trattare “questi argomenti non in maniera sensazionalistica, ma responsabile, con sincera passione per il bene comune e per la verità”. Con una diretta critica ai grandi network, dove domina la spettacolarizzazione anche dei casi umani: “Spesso – ha affermato Bergoglio nel suo testo scritto – nelle grandi emittenti questi temi sono affrontati senza il dovuto rispetto per le persone e per i valori in causa, in modo spettacolare”. “Invece – ha aggiunto – è essenziale che nelle vostre trasmissioni si percepisca questo rispetto, che le storie umane non vanno mai strumentalizzate”. Nel suo discorso “a braccio”, poi, Francesco ha indicato agli operatori dei media le tre strade della “verità” della “bontà” e della “bellezza”. Ma ha messo in guardia diffusamente anche contro i “peccati dei media”. “Per me – ha detto -, i peccati dei media, i più grossi, sono quelli che vanno sulla strada della bugia, della menzogna, e sono tre: la disinformazione, la calunnia e la diffamazione”. “Queste due ultime sono gravi – ha poi aggiunto – ma non tanto pericolose come la prima”. Quindi la sua spiegazione. “La calunnia è peccato mortale – ha osservato -, ma si può chiarire e arrivare a conoscere che quella è una calunnia”. “La diffamazione è peccato mortale – ha continuato -, ma si può arrivare a dire: questa è un’ingiustizia, perché questa persona ha fatto quella cosa in quel tempo, poi si è pentita”. Invece, “la disinformazione è dire la metà delle cose, quelle che sono per me più convenienti – ha sottolineato Bergoglio -, e non dire l’altra metà. E così, quello che vede la tv o quello che sente la radio non può fare un giudizio perfetto, perché non ha gli elementi e non glieli danno”. Insomma, detto implicitamente, un vero attentato anche alla partecipazione democratica. “Da questi tre peccati – ha sollecitato il Pontefice -, per favore, fuggite. Disinformazione, calunnia e diffamazione”. Non è mancato, a fine udienza, un accenno autoironico di papa Francesco al suo italiano. In merito al contenuto suo discorso pronunciato “spontaneamente”, dopo aver fatto consegnare il testo che invece era stato scritto, ha infatti spiegato che “l’ho detto con un linguaggio del cuore: sentitelo così. Non con il linguaggio italiano, perché io non parlo con lo stile di Dante!”. Suscitando così il divertito applauso dei presenti. (Fausto Gasparroni/ANSA)

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