Papa: mi dicono comunista, ma io penso ai poveri

CITTA’ DEL VATICANO. – Il cuore del Vangelo sono i poveri e parlare di loro non vuol dire essere per forza ”comunista”. Papa Bergoglio apre il cuore in un’intervista rilasciata a un gruppetto di giovani belgi, trasmessa da una tv di lingua fiamminga. I poveri sono al centro della sua predicazione perché sono al centro del Vangelo. E i libri degli evangelisti, in una versione tascabile, saranno distribuiti gratuitamente in piazza San Pietro nel corso dell’Angelus di domenica 6 aprile. Bergoglio ha più volte invitato a leggerne qualche pagina al giorno, magari anche sul bus. E per chi non lo dovesse avere, ecco domenica il regalo del Papa. Papa Francesco dunque, dopo le interviste con i grandi giornali, e dopo il colloquio con la radio di Bajo Flores, “Villa miseria” di Buenos Aires, rilascia un’intervista tv a un gruppo di ragazzi perché è un’occasione preziosa – dice – poter dare risposte all’inquietudine dei giovani. Quindi la domanda sui poveri e il Papa dice: ”Ho sentito, due mesi fa, che una persona ha detto per questo: ‘Ma, questo Papa è comunista!’. E no! Questa è una bandiera del Vangelo, non del comunismo”. Il Papa invita poi i ragazzi a non fare distinzioni: ”Tutti siamo fratelli. Credenti, non credenti, o di questa confessione religiosa o dell’altra, ebrei, musulmani, tutti siamo fratelli” perché ”l’uomo è al centro della storia, e questo per me è molto importante: l’uomo è al centro. In questo momento della storia, l’uomo è stato buttato via dal centro, è scivolato verso la periferia, e al centro, almeno in questo momento, è il potere, il denaro e noi dobbiamo lavorare per le persone, per l’uomo e la donna, che sono l’immagine di Dio”. Bergoglio poi parla di sé dicendo che come tutti qualche volta ha sbagliato, per esempio – dice – ”ero troppo autoritario, poi ho imparato che si deve dialogare”. E con una grande sincerità aggiunge: ”Io non direi che da tutti i miei sbagli ho imparato: no, credo che da alcuni non ho imparato perché sono testardo – ammette ridendo – e non è facile imparare. Ma da tanti sbagli ho imparato e questo mi ha fatto bene”. E ancora: un Papa ha paura e di che cosa? ”Di me stesso”, risponde ancora con un sorriso rivolto ai giovanissimi giornalisti. ”Tutti abbiamo paura” ma ”non dobbiamo preoccuparci di avere paura”. Il coraggio però è necessario se si vuole annunciare il Vangelo, considerato che anche oggi chi parla di Cristo rischia di essere perseguitato. Papa Francesco ha detto questo nella messa a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha ribadito che oggi ci sono più martiri che nei primi tempi della Chiesa ed ha esortato i fedeli a non avere paura di incomprensioni e persecuzioni. E poi ha sottolineato che ci sono stati ”profeti” perseguitati dalla stessa Chiesa. ”Anche tanti pensatori nella Chiesa sono stati perseguitati. Io penso ad uno, adesso, in questo momento – ha affermato il Papa ricordando, pur senza citarlo esplicitamente, Antonio Rosmini -, non tanto lontano da noi, un uomo di buona volontà, un profeta davvero, che con i suoi libri rimproverava la Chiesa di allontanarsi dalla strada del Signore. Subito è stato chiamato, i suoi libri sono andati all’indice, gli hanno tolto le cattedre e quest’uomo così finisce la sua vita: non tanto tempo fa. E’ passato il tempo ed oggi è beato. Ma come ieri era un eretico e oggi è un beato? E’ che ieri quelli che avevano il potere volevano silenziarlo, perché non piaceva quello che diceva. Oggi la Chiesa, che grazie a Dio sa pentirsi, dice: ‘No, quest’uomo è buono!’. Di più, è sulla strada della santità: è un beato!”.

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