A sorpresa Varela nuovo presidente del Panama, batte Martinelli

CITTA’ DEL PANAMA. – Il Panama volta pagina, e lo fa in modo netto. Alle elezioni di ieri si é imposto il candidato conservatore Juan Carlos Varela, in rotta ormai da tempo con il presidente uscente, il miliardario Ricardo Martinelli. Ad annunciare la vittoria del leader del partito Paname¤ista è stato nella notte il tribunale elettorale, dopo lo spoglio di più del 60% delle schede. Varela ha 50 anni ed è alla guida dell’azienda di famiglia, che produce ed esporta liquori. Per molto tempo era stato vicino a Martinelli, ricoprendo sia la vicepresidenza sia il ministero degli esteri: i due si erano però allontanati nel 2011. Il nuovo capo dello stato ha avuto circa il 39% dei voti ed è riuscito a imporsi grazie all’alleanza ‘El Pueblo Primero’ tra la sua formazione e il Partito popolar, battendo i due principali avversari, il candidato della destra Jose Domingo Arias, che non ha superato il 32% delle preferenze, e il leader del Partito rivoluzionario democratico, Juan Carlos Navarro. L’uomo sul quale avevano puntato in tanti nel paese, favorito anche dai sondaggi, era proprio Arias, che si è presentato al voto in ‘ticket’ insieme alla moglie di Martinelli, Marta Linares, candidata alla vicepresidenza. Per i prossimi cinque anni, a partire dal primo luglio, a guidare il Panama sarà quindi Varela. Il paese è in una fase di forte crescita, tra l’altro grazie ad una serie di progetti nelle infrastrutture. Panama City è d’altra parte diventata tra le principali capitali finanziarie dell’America Latina. Le sfide sociali che attendono Varela sono però numerose, sul fronte per esempio della povertà e dell’iniquità sociale. “Il mio sarà un governo umano con l’impronta del sociale. Chi vorrà fare affari, prenda le sue cose e vada nel settore privato”, ha detto Varela nelle sue prime dichiarazioni dopo la vittoria. Il presidente entrante si è d’altro lato impegnato a riattivare quanto prima i rapporti diplomatici e commerciali con il Venezuela, sospese tempo fa dal presidente chavista Nicolás Maduro, che aveva accusato Martinelli d’intromettersi negli affari interni di Caracas.

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