Nonni in fuga

ROMA: Partono gli italiani. Non solo giovani e disoccupati, “i cervelli in fuga” alla ricerca di un Paese che li valorizzi. Sono gli over 65 a decidere di lasciare l’Italia, perché la pensione, sempre più spesso, non garantisce loro una vita dignitosa. Le destinazioni preferite sono a poche ore di volo, Paesi facilmente raggiungibili da  figli e nipoti. Ma anche l’America Latina è una meta ambita per vivere con pochi risparmi. Sono molte le agevolazioni offerte per attrarre gli stranieri in pensione, come gli sconti fino al 50 per cento per gli eventi culturali e del 30 per cento per i trasporti pubblici a Panama; un regime fiscale agevolato in Costa Rica. Inoltre il clima è mite tutto l’anno e la qualità della vita per  gli anziani è notevolmente più alta. Con un vitalizio di 1300 euro al mese, qui un pensionato può permettersi una vita agiata.  Non è così in Italia.

Negli ultimi 15 anni il valore d’acquisto delle pensioni italiane è calato del 33 per cento, scendendo in media del 5,1 per cento. E così si taglia il superfluo, ma in molti casi anche il necessario. Sono oltre 9 milioni, secondo il Censis, gli italiani che rinunciano alle cure mediche. Due milioni di questi sono anziani, coloro che ne avrebbero più bisogno. Sono i nonni in fuga. Nel dossier presentato l’altro giorno da Fipac-confersecenti (federazione italiana dei pensionati nelle attività commerciali) le cifre sulla fuga all’estero dei pensionati italiani sono allarmanti. Sono aumentati coloro che si rivolgono nel nostro Paese a quei servizi pensati inizialmente per gli immigrati. Come gli ambulatori sociali, in continuo aumento nelle grandi città, dove i connazionali chiedono prevalentemente farmaci da banco. “Crediamo sia indispensabile un graduale adeguamento dei trattamenti minimi di pensione –  spiega Massimo Vivoli, presidente di Fipac Confersercenti- e l’innalzamento della no tax area, uno strumento necessario per ridare ossigeno ai pensionati.”

In Italia i rincari di ticket e farmaci e i lunghi tempi di attesa per visite e operazioni chirurgiche spaventano i nostri anziani, che preferiscono rinunciarvi. Allora si parte. In Romania, per le cure odontoiatriche, o nelle Canarie, dove già vivono circa 20 mila connazionali e le cure mediche seguono gli standard europei. Ma anche a Cipro, Malta e Slovenia, Paesi dove le cure specialistiche hanno ugualmente bassi costi. Un fenomeno cresciuto nel tempo, quello del turismo sanitario, che ha coinvolto negli ultimi 5 anni il 20 per cento della popolazione, di cui 400 mila sono anziani . 270 mila di questi percepiscono una pensione che va da 650 a 1000 euro al mese. I conti tornano se si calcola che per curarsi all’estero si può risparmiare, rispetto ai costi della sanità nazionale, il 50-60%. Viaggio e alloggio compresi.  Non sorprende: gli interventi odontoiatrici dei dentisti italiani sono tra i più cari d’Europa. Siamo secondi solo all’Inghilterra.

Laura Polverari

 

 

 

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