Sprint finale dei leader con l’incognita degli indecisi

ROMA – Rush finale per i leader in vista del voto di domenica per le Europee. Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Beppe Grillo si sfidano a distanza per convincere la folta platea degli indecisi che, stimata dagli istituti di rilevazione sui sette milioni di votanti, risulta sempre più determinante per gli esiti della consultazione continentale.

Il premier sceglie piazza del Popolo, a Roma, per lanciare uno degli ultimi appelli (oggi, chiuderà la campagna elettorale del Pd nella sua Firenze), mostrandosi ottimista sui risultati del suo partito. Quasi in concomitanza e a pochi chilometri di distanza, Silvio Berlusconi sale sul palco del Palazzo delle Esposizioni all’Eur per il comizio di Forza Italia in cerca del rilancio del suo partito. Beppe Grillo, invece, è a Milano: il leader del M5S sarà oggi a Roma dove proverà a replicare il pienone dello scorso anno in piazza San Giovanni.

Gli appelli agli elettori dei tre principali competitor puntano a vincere le resistenze degli indecisi ma, evidentemente, con sfumature diverse. Renzi ricorda l’importanza del voto alle Europee per incidere su decisioni che vengono prese a Bruxelles ma determinano conseguenze sulla politica del Belpaese.

– L’Italia – spiega il premier – deve contare di più. Ed il voto al Pd serve proprio a cambiare.

Renzi, come ha spesso detto lui stesso, è pronto a giocarsi la faccia. Ma non lega la stabilità del governo all’esito delle urne (“non c’è mai stato in nessun paese europeo alcun legame tra Europee e tenuta dei governi”, ha detto nei giorni scorsi). Piuttosto punta sul “da farsi”:

– Se bloccano le riforme – minaccia il presidente del Consiglio – lascio.

Strategia comunicativa opposta da parte di Grillo. Il leader pentastellato è riuscito a trasformare il voto continentale in un voto politico, un referendum sull’esecutivo. I cinquestelle sono più che ottimisti: in caso di vittoria del M5S, hanno spiegato sia Grillo che Casaleggio, chiederanno le dimissioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il voto anticipato.

– Se Renzi dovesse perdere – pronostica il politologo stellato Paolo Becchi – si farà avanti l’idea di un nuovo governo di unità nazionale con Fi. Ma – avvisa – a quel punto la volontà del popolo dovrà farsi finalmente sentire con una decisione netta, libera e responsabile.

Il voto anticipato è uno scenario non escluso neanche da Berlusconi che mette in guardia dal pericolo Grillo. Per il leader di Forza Italia, se l’ex comico genovese dovesse vincere c’è il “rischio elezioni”. Si accende anche la battaglia tra i partiti più piccoli per il superamento dello sbarramento del 4%. Ncd-Udc e Lega Nord sono protagonisti di una aspra polemica sull’immigrazione. Il ministro dell’Interno e leader del Nuovo Centrodestra attacca il Carroccio:

– Quello che ci sta separando fortemente dalla Lega – afferma – è che noi proponiamo cose concrete, mentre loro stanno facendo una campagna elettorale ritenendo di prendere uno 0,2 per cento in più giocando con 20mila vite o 20mila morti.

Le replica del segretario leghista Matteo Salvini alle accuse di speculare sulla morte degli immigrati non si fanno attendere:

– Alfano è disperato – afferma – guida un partito in crollo, che non raggiungerà il 4%, mentre la Lega vola.

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