Uran domina la crono e si tinge di rosa

BAROLO – Pioggia fine e vento sulle Langhe, atmosfera brumosa che sembra di essere in un racconto di Cesare Pavese: condizioni nelle quali andare a nozze per chi, come Rigoberto Uran, é abituato alle lunghe stagioni piovose e al caldo umido di Antioquia, Colombia, dove é nato.

Il Giro d’Italia ha un nuovo padrone: é “Rigo” Uran che detronizza Cadel Evans sul suo terreno preferito, la cronometro. Alla fine dei 42 km da Barbaresco a Barolo, ‘la crono dei vini’, il colombiano dà 1’ e 17” all’ottimo Diego Ulissi ma soprattutto 1’ e 34” a Evans che sulla prova contro il tempo contava per allungare il suo vantaggio nei confronti degli inseguitori.

Uran é tra i primi nel tratto iniziale della crono tra i vigneti piemontesi, quello in salita (dove Domenico Pozzovivo fa il miglior parziale), ma fa la differenza scavando il solco tra sé e gli altri nel tratto in discesa. Già al secondo intermedio, a due terzi della prova, ‘Rigo’ ha colmato i 57” di distacco che lo separano da Evans nella classifica generale. Ne guadagnerà altri 35 nell’ultima parte, decisivi per vestire la maglia rosa con 37” sul vecchio leader.

Lui e l’australiano corrono in condizioni simili, quando la pioggia ha smesso di cadere e l’asfalto, ancora scivoloso, tende ad asciugarsi. Se ne rammarica il ritrovato Ulissi, ancora alle prese con i postumi della caduta di ieri, che non rischia in discesa quando il manto stradale é ancora scivoloso. E ne sa qualcosa lo svedese della Giant Tobias Ludvigsson che nella discesa finisce lungo in una curva volando con la sua bicicletta al di sopra del guardrail.

“Sono andato piano, risento ancora delle botte di ieri (mercoledì per chi legge, ndr) e ho avuto paura di cadere” dice alla fine Ulissi che con la prova di ieri alimenta le speranze del ciclismo azzurro di aver trovato un nuovo campioncino per le grandi corse a tappe. “Sono felice per questa maglia – esulta Uran – la prima al Giro per un colombiano. E’ andata meglio di quello che pensavo e sono stato anche fortunato a correre quando non pioveva più. A cronometro raccolgo il frutto degli allenamenti fatti in California nella galleria del vento”.

E la prende tutto sommato bene Cadel Evans: “Sapevo che lui stava pedalando bene e penso comunque di aver fatto una buona gara anche se non mi sono espresso al massimo. Alla fine aver perso la maglia prima delle salite potrebbe essere un vantaggio”.

Già, le salite. Quelle che dopo la tappa per velocisti di oggi, da Fossano a Rivarolo Canavese, decideranno il Giro a partire da sabato e poi nell’ultima settimana. Ci arriva col morale giusto Domenico Pozzovivo, quarto nella generale, che contiene i danni con un buon nono posto di tappa a oltre due minuti dal primo ma guadagnando 30” su Nairo Quintana. L’altro big colombiano é autore di una prova senza acuti, in linea col suo Giro: 13º a 2’41”. Sembra non stia bene e che abbia qualche problema di respirazione, ma rimane comunque uno dei favoriti ora che la strada sale. Uran lo sa bene: “Non esiste un solo rivale – dice – c’é Quintana, c’é Evans, c’é Majka e anche Pozzovivo. E’ ancora presto, i giochi si decideranno la prossima settimana in montagna e mancano ancora tante tappe. Ma io non ho paura”.

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