Partito il cargo di armi chimiche dalla Siria, verso Finlandia e Usa

BEIRUT. – E’ partito il primo carico di armi chimiche siriane che deve essere distrutto all’estero, in base al piano dell’Opac deciso lo scorso autunno grazie a un accordo Usa-Russia che evitò una risposta armata alla strage di civili uccisi con i gas letali a Ghouta, il 21 agosto 2013. Il cargo norvegese Taiko è salpato stamani dal largo di Latakia, dopo aver fatto per mesi la spola tra Cipro e il porto siriano, dove da gennaio ha imbarcato poco alla volta il suo carico di sostanze tossiche. Lo hanno riferito all’Ansa fonti bene informate vicine al dossier Opac, anche se – probabilmente per motivi di sicurezza – non vi è ancora una conferma ufficiale. Mentre deve ancora attende la danese Ark Futura, la nave che dovrà passare per Gioia Tauro per trasferire il suo carico a bordo dell’americana Cape Ray. La Taiko trasporta circa 390 tonnellate di agenti chimici, soprattutto di “priorità 2”, quelli cioè considerati meno pericolosi, ed è diretta prima in Finlandia, poi negli Stati Uniti, dove – dopo un viaggio di alcuni giorni tra Mediterraneo e oceano Atlantico – dovranno essere distrutti in industrie chimiche civili, rispettivamente Ekokem e Veolia, che si sono aggiudicate la gara d’appalto dell’Opac. Il cargo norvegese è però stato costretto a partire senza aver completato il carico previsto dal piano. Nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale al regime ad accelerare la fine della consegna delle armi chimiche, restano ancora in Siria un centinaio di tonnellate di agenti chimici (circa l’8% delle oltre 1200 dichiarate), di cui la maggior parte era destinata proprio alla Taiko. Gli ultimi 14 container da consegnare alla missione congiunta Opac-Onu sono custoditi in un sito a nordest di Damasco, imballati e pronti per il trasferimento al porto di Latakia, ma le autorità siriane sostengono che l’area sia ancora troppo pericolosa per un trasporto sicuro. E i Paesi occidentali – l’ultimo richiamo ieri dal G7 di Bruxelles – appaiono sempre più irritati dal ritardo con cui Damasco sta ottemperando agli obblighi previsti dal piano – che doveva completarsi il 30 giugno – e dalle recenti accuse di nuovi attacchi chimici compiuti con gas cloro. Toccherà dunque alla Ark Futura farsi carico di tutto il materiale chimico rimasto, quando la Siria si deciderà a sbloccarne la consegna. Circa 570 tonnellate di priorità 1 (i più pericolosi, tra cui iprite e precursori del sarin) saranno quindi trasferite a bordo della Cape Ray nel porto di Gioia Tauro per poi dirigersi in acque internazionali del Mediterraneo per la distruzione a bordo, mediante idrolisi, in 60-90 giorni. Oggi a Reggio Calabria si è tenuta in prefettura una riunione operativa per definire un Piano di Difesa Civile sulle misure di sicurezza che dovranno essere attuate in occasione del trasbordo degli agenti chimici. La data però resta ancora incerta: inizialmente prevista a febbraio, da allora slittata di settimana in settimana a causa dei ritardi con cui il regime ha consegnato il suo arsenale. Di certo, al momento, c’è solo che non verrà rispettata la scadenza del 30 giugno entro la quale tutte le armi chimiche di Assad dovevano essere distrutte. (dell’inviata Laurence Figà-Talamanca/ANSA)

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