Mondiali: Spagna annichilita, è tornata l’Arancia Meccanica

SALVADOR (BRASILE). – E’ tornata l’Arancia Meccanica, 40 anni dopo il Mondiale della leggenda di Cruijff e Neeskens. Il Brasile, se non vincerà la squadra di casa, ha già dei nuovi idoli per cui tifare, qui glorificati anche dalle tante mulatte che si sono presentate allo stadio vestite di arancione. Al ricostruito Fonte Nova di Salvador, a fianco della laguna Diquè de Tororò in mezzo alla quale ci sono le statue degli Orixà dell’artista Tati Moreno, la Spagna è sembrata quasi vittima di qualche macumba in nome del culto Cadomblè e, letteralmente annichilita nella ripresa, ha fatto una storica brutta figura venendo seppellita sotto cinque reti, alla fine di una bella partita che ha divertito la gente in questa serata ricca di magia calcistica e forse anche tropicale. Per l’Olanda del 5-3-2 creato dal suo stregone Van Gaal è stata una clamorosa rivincita della finale di Johannesburg, anche se la prima partita di un Mondiale non potrà mai valere come quella che mette in palio il titolo, ma la squadra di Van Gaal, reduce al ritiro quanto mai carioca di Ipanema, evidentemente efficace, si candida già per un ruolo di primo piano, mentre i campioni in carica dovranno riprendersi alla svelta da questo pesantissimo Ko e comunque affrontare, se anche il Cile non giocherà loro brutti scherzi, la prospettiva di un ottavo di finale contro il Brasile. Intanto è festa grande al Pelourinho per tutta la tifoseria olandese, qui accorsa se non in massa certamente con un numero di persone superiore alle previsioni. E pensare che per l’Olanda la partita non era cominciata bene, prima con l’errore al 9′ di Sneijder, unico scontento della serata perché non ha festeggiato con un gol la 100/a partita in nazionale, e poi con la decisione di Rizzoli di fischiare un rigore non così netto per un presunto fallo di De Vrij su Diego Costa (fischiato e insultato per tutta la partita dai suoi ex connazionali), che il contatto l’ha sicuramente cercato. Perfetta l’esecuzione dello specialista Alonso. In precedenza gli olandesi erano anche stati ‘graziati’ da Silva, che invece di tirare da posizione in area molto favorevole, aveva preferito appoggiare allo spento Diego Costa. Poi però, nonostante gli assist teleguidati di uno Xavi tra i migliori nel primo tempo, l’Olanda si era ripresa, andando a pressare sul tiqui-taka degli spagnoli e impedendo loro di ripartire, anche se al 43′ Silva si mangiava un’altra chance, dopo assist al bacio di Iniesta, ‘appoggiando’ sul portiere con un tentativo di pallonetto. La rete ‘a volo d’angelo’ dell’ottimo Van Persie (ma Piquè dov’era?) ristabiliva la parità appena un minuto dopo, e puniva la Spagna per le occasioni divorate. Nella ripresa, cominciata sotto la pioggia, non c’era partita, e iniziava la girandola degli olandesi, grazie alle magie in particolare di Robben, che dopo 8 minuti si ‘beveva’ il solito distratto Piquè di oggi e batteva Casillas con un imparabile sinistro, cercando così di dimenticare i due errori della finale di Johannesburg. La Spagna accusava il colpo e undici minuti dopo ne incassava un altro: punizione di Sneijder, Casillas sbagliava l’uscita anche perché ostacolato da Van Persie (ma per Rizzoli era tutto ok) e De Vrij realizzava di testa. La partita finiva lì, poi c’era solo l’Olanda e la Spagna, che fino allora aveva avuto il 61% di possesso palla, pagava fino in fondo la sua incapacità di concludere dopo essersi specchiata nelle proprie capacità di fraseggio. Arrivano così un gol giustamente annullato a Silva, una traversa e poi la doppietta di Van Persie, bravo ad approfittare di una svista di piede di Casillas, e poi la pennellata finale di Robben: Bahia è un misto di magia, tolleranza e voglia di vivere, e dopo questa partita ne ha perfino di più. (dell’inviato Alessandro Castellani/ANSA)

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