Usa: gli americani bocciano la politica di Obama

NEW YORK. – Appena un mese fa, Barack Obama ha tracciato le nuove linee della sua politica estera con un solenne discorso alla prestigiosa accademia militare di West Point. Ma da allora, la sua popolarità tra gli americani ha raggiunto il livello più basso della sua presidenza, vale a dire sin dal 2009. E a pesare, fra le altre, sono proprio le critiche alla sua leadership nelle questioni internazionali. Sul tavolo ci sono questioni come la crisi in Ucraina, la guerra civile in Siria, il negoziato sul programma nucleare iraniano. E ora anche la polveriera Iraq, che preoccupa notevolmente gli americani. Ritenevano che ormai, con il ritiro di tutte le truppe Usa alla fine del 2011, fosse ormai un capitalo chiuso, e scoprono ora che invece non è così. L’approccio deciso finora da Obama, ovvero l’invio di 300 consiglieri militari nel Paese, è in realtà uno dei pochi elementi di un nuovo sondaggio del New York Times/Cbs News in cui il Commander in Chief ha l’approvazione di una maggioranza, seppur risicata (51 per cento), degli americani. Poco più della metà approva anche la possibilità di una qualche forma di collaborazione con l’Iran, così come l’eventuale uso di droni è sostenuto dal 56 per cento. Mentre un 42 per cento degli interpellati ritiene che gli Usa abbiano ancora degli interessi e delle responsabilità in Iraq. Ma per il resto, il presidente sarà ben poco contento del quadro fornito dal sondaggio: il suo livello di consenso è sceso al 40 per cento, mentre il 56 per cento ne disapprova il l’operato complessivo. Si tratta di un calo di ben sei punti rispetto a solo un mese fa. E il salto è ancora più vistoso per quanto riguarda la gestione della politica estera da parte di Obama: al 58 per cento degli americani, sia democratici sia repubblicani, non piace. Il mese scorso erano il 48 per cento. Secondo il New York Times, questo tracollo minaccia di minare le ambizioni politiche dell’amministrazione per i restanti due anni e mezzo del mandato presidenziale di Obama. A West Point, il Commander in Chief aveva affermato che “gli Stati Uniti useranno la forza militare, anche unilateralmente, se necessario. E non chiederanno mai il permesso a nessuno se i loro interessi saranno in pericolo e i suoi cittadini minacciati. Ma sbaglia – aveva sottolineato – chi dice che l’intervento militare è l’unica via per evitare di apparire deboli”. Un argomento che non sembra aver fatto breccia tra gli americani.

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