Mondiali: Balotelli e gli altri, ora problema giovani

MANGARATIBA (RIO DE JANEIRO). – Qualcuno in ritiro l’ha ribattezzata ‘generazione twitter’. Forse anche ingenerosamente, visto che a usare i social dall’interno del Portobello Resort non era solo Balotelli, ma anche un giocatore di esperienza come Marchisio. Se e’ però vero che la disfatta del calcio italiano e’ ora un fiume in pieno che trascina tutto dietro di sé, anche vecchi detriti e persone incolpevoli, è anche vero che la spaccatura tra veterani e nuovi azzurri – certificata dalle parole di Buffon e De Rossi – è il primo problema di questa nazionale. E di quella che dovrà ripartire il 9 settembre. Non e’ solo Balotelli ad aver stupito in negativo tutti i senatori. A eliminazione avvenuta, emergono i mugugni per la presenza invadente delle mogli in ritiro, per l’isolamento di Fanny con il suo amato, per le mancanze di rispetto. Tutti ostacoli che vengono spazzati via dalle vittorie, come fu l’anno scorso in Confederations. La vera accusa mossa da qualche dirigente e dai quattro campioni del mondo, e ben presente anche al commissario tecnico, e’ la mancanza di spessore caratteriale in campo degli Insigne, dei Cerci, degli Immobile, di Balotelli. Unica eccezione, Darmian. Non e’ insomma questione di comportamenti fuori, o almeno non solo di quelli. Raccontano dal Club Italia che durante l’Europeo tutti, ma proprio tutti i compagni erano arrabbiati con Balotelli perché era sempre l’ultimo a uscire dalla doccia, faceva aspettare sempre tutti in pullman. Eppure nessuno lo accusò di essere ”una figurina” o un ”personaggio”, come ha detto ieri De Rossi. Anche questa volta la mania di twittare tutto e di più – gli amici rapper, la proposta di nozze a Fanny, le passeggiate in spiaggia – hanno indispettito più di un compagno. E anche le persone molto vicine al ragazzo, che prima di partire dall’Italia gli avevano detto: Mario, stavolta lascia perdere i social network. La replica a critiche, compagni e tifosi denigratori di oggi e’ arrivata, puntuale, da twitter: ed è già una risposta in sè. Avesse segnato con il Costarica, tutto sarebbe cambiato, dice lui. Si fosse impegnato in campo e non avesse mandato a quel paese di continuo i compagni, Marchisio in testa, perché non lo servivano bene. Ecco, il campo: e’ quello che succede in quei 90, nella trance agonistica della partita, che fa la differenza dei rapporti. Se a qualcuno ha dato fastidio l’atteggiamento poco umile di Insigne in ritiro, la squadra ha bocciato il suo impatto in campo contro Costarica. E a Cerci viene rimproverato di aver dato una brutta risposta quando dopo quella partita gli veniva chiesto della delusione di Prandelli per i nuovi entrati. Da quel punto di vista, ha deluso anche Immobile. E questo e’ il caso che chiude il cerchio. Prandelli sapeva di convocare il capocannoniere e un’incognita, vista la sua inesperienza in campo internazionale. Paragonata alla generazione dei Pirlo, dei De Rossi, dei Buffon, i nuovi azzurri sono arrivati al Mondiale con pochissimi minuti di calcio di alto livello nelle gambe. E sopratutto nella testa. Niente Champions. Niente coppe europee. Un campionato fragile. Non e’ un caso che l’unico giovane ‘veterano’ fosse Verratti, da due anni al Psg. Anche per questo Ciro Immobile, l’attaccante che doveva imitare Schillaci, e’ diventato un emigrante del pallone, in Bundesliga.(ANSA).

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