Papa: mai più guerre, basta, prime vittime i bimbi

CITTA’ DEL VATICANO. – Basta con la guerra di cui le prime vittime sono i bambini: morti, feriti, mutilati, resi orfani, giocano tra i “residui bellici” e “non sanno più sorridere”. I conflitti che insanguinano il mondo tolgono loro “la speranza, un futuro degno”. “E’ ora di fermarsi!”. Invoca dialogo, tregua e scandisce un accorato “Mai più la guerra!” papa Francesco all’Angelus mentre il suo “pensiero” è rivolto soprattutto ai più piccoli, vittime innocenti della furia delle armi, come si è visto in questi giorni drammatici a Gaza. Il discorso scritto, in cui già era contenuto un forte appello alla pace in Medio Oriente, in Iraq e in Ucraina, letto dal Pontefice, ancora una volta non basta a Bergoglio. “Tutto si perde con la guerra – si appella a braccio, di fronte alla folla in piazza San Pietro -, nulla si perde con la pace”. “Penso ai bambini”, continua mentre sembra scorrere con la mente le immagini durissime che in questi giorni sono giunte dalla Striscia. Le guerre, spiega il Pontefice, tolgono loro “la speranza di una vita degna, di un futuro”, generando “bambini morti, bambini feriti, bambini orfani, bambini mutilati, bambini che giocano sui residui bellici e non sanno sorridere”. “Fermatevi per favore – implora il Papa -, ve lo chiedo con tutto il cuore, è l’ora di fermarsi, per favore!”.  Francesco chiede che “il Signore conceda alle popolazioni e alle Autorità la saggezza e la forza necessarie per portare avanti con determinazione il cammino della pace, affrontando ogni diatriba con la tenacia del dialogo”.  Un appello tanto più urgente, secondo Bergoglio, mentre domani si avvicina il triste anniversario dei cento anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale, “dramma tragico” il cui ricordo deve aiutare a far prevalere “le ragioni della pace” tenendo presenti “le lezioni della storia”. “Auspico che non si ripetano gli sbagli del passato”, esortato il Papa che, tra poco più di un mese, il 13 settembre, renderà omaggio proprio ai caduti della Grande Guerra al sacrario militare di Redipuglia. Un conflitto terribile, ricorda, che papa Benedetto XVI definì “un’inutile strage” e che “sfociò, dopo quattro lunghi anni, in una pace risultata più fragile”, lasciando sul terreno un’Europa lacerata. Reduce dalla visita a Caserta di ieri in cui ha potuto constatare da vicino il “terribile” sfregio operato in quella che è stata definita la Terra dei Fuochi, papa Francesco si prepara a tornare domani nel capoluogo campano per una visita privata al pastore evangelico, Giovanni Traettino, conosciuto in Argentina. Un incontro blindato con il leader della spiritualità “pentecostale”, suo vecchio amico dai tempi di Buenos Aires, uno dei leader evangelici italiani più attenti al dialogo con i cattolici e la sua comunità (350 persone previste) sul quale, implicitamente, Francesco ha voluto rassicurare dialogando con il clero casertano. Non bisogna avere “paura di dialogare con nessuno”, ha detto Bergoglio secondo la trascrizione del confronto a porte chiuse con il clero diffusa oggi. Si deve “partire dalla propria identità” ma senza concedere spazio alla “trappola” del “proselitismo” e sapendo sempre “ascoltare gli altri”.  (di Nina Fabrizio/ANSA)

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