Guerra delle sanzioni Putin-Occidente, stop Mosca ai cibi Ue-Usa

BRUXELLES. – E’ guerra di sanzioni tra Putin e l’Occidente. Il Cremlino non ha tardato a rispondere all’ultimo pacchetto di misure restrittive che Bruxelles e Washington gli hanno inflitto per il ruolo destabilizzante nella crisi in Ucraina, e ha colpito con l’embargo alcune categorie di prodotti agroalimentari provenienti da Ue e Usa, ma anche da Norvegia, Australia e Canada. E la ritorsione potrebbe non restare isolata. Da giorni infatti Mosca sta valutando l’ipotesi di chiudere lo spazio aereo in Siberia per i voli tra Europa e Asia. Inoltre Putin ha fatto sapere di aver discusso al telefono con i presidenti di Bielorussia e Kazakhstan, Aleksandr Lukashenko e Nursultan Nazarbaiev per un “coordinamento delle azioni in campo economico-commerciale”. Da parte sua Bruxelles “si rammarica” per la decisione di Mosca, dalla “motivazione chiaramente politica” e “si riserva il diritto di agire in modo appropriato” una volta che avrà analizzato nel dettaglio le misure, per capire cosa colpiscono precisamente e quale sia l’impatto effettivo. Da lunedì infatti sarà attivata una task force, in seno alla direzione generale Agricoltura della Commissione, per studiare in modo approfondito il dossier. Intanto il commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos ha interrotto le sue vacanze per rientrare a Bruxelles già nel fine settimana. In giornata si è sentito col ministro Maurizio Martina, presidente di turno del Consiglio europeo, e con i responsabili dell’Agricoltura di altre capitali, per sottolineare “l’importanza di un approccio coordinato”. Lo stesso ministro Martina ha spiegato: “Abbiamo aperto un confronto tanto in chiave nazionale che europea, stiamo attivamente monitorando la situazione per l’export, ma c’è bisogno di un’uscita politica da questa situazione”. Secondo i dati diffusi dalla Commissione Ue, l’export dei 28 paesi dell’Unione verso la Russia lo scorso anno è stato di oltre 117 miliardi di euro. L’export per l’intero settore agroalimentare ha pesato per il 10% circa, per un valore pari a 11,212 miliardi. Ma restringendo l’obiettivo ai prodotti che figurano nella ‘black list’ russa (carne di manzo e maiale, pollo, pesce e frutti di mare, latte e latticini, frutta e verdura), si scende a quota 5,252 miliardi. “L’impatto – viene fatto osservare – è ridotto dall’esclusione di vino ed alcolici, tabacco e cereali”. Il valore dell’export italiano verso la Russia nel 2013 per le tipologie colpite è di 163 milioni. Ma i principali esportatori sono stati: Lituania, 927 milioni; Polonia, 841; Germania, 595. Seguiti da Olanda, 528; Danimarca, 377; Spagna, 338; Finlandia, 283; Belgio, 281; e Francia, 244. Tuttavia “è difficile calcolare l’impatto delle sanzioni sulla base dei dati 2013”, precisano a Bruxelles, “sia perché nel corso del 2014 la Russia aveva già varato alcune misure restrittive (ad esempio per la carne suina o le mele polacche), sia perché nel frattempo si possono aprire nuovi mercati”. Comunque, viene fatto osservare, “le conseguenze non si vedranno nell’immediato. Ora non c’è emergenza” e qualora nel futuro si dovesse verificare, tra i vari strumenti per le compensazioni, “si potrebbe mettere mano alla riserva di oltre 400 milioni di euro prevista dalla Politica agricola comunitaria. Leva che può essere azionata direttamente dalla Commissione”. (Patrizia Antonini/Ansa)

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