Nuoto Europei: amaro azzurro, nella 10 km podio sfiorato

ROMA – Il fondo azzurro stavolta non pesca medaglie. Agli europei di nuoto di Berlino, il sogno di Federico Vanelli e Matteo Furlan di vincere una medaglia nella 10 km è sfumato ai piedi del podio. I due atleti, nella bolgia in cui si trasformano le acque libere tra botte, lividi e gomitate, si sono piazzati rispettivamente al quarto e quinto posto, nella prova disputata al Regattastrecke Gruenau, e che ha visto trionfare Ferry Weertman: l’olandese è riuscito a regalare il bis d’oro agli orange dopo il successo della compagna di nazionale, Sharon Van Rouwendaal nella prova olimpica femminile. Gli azzurri hanno pagato rispettivamente ritardi di 1″7 e 3″2 dal russo Evgenii Drattcev, che è riuscito a salire sul gradino più basso del podio, con il tempo di 1h50’00″6. Più lontano Simone Ruffini, 15/o, in 1h50’12″8. Weeterman, che ha firmato la propria impresa in 1h49’56″2 ha preceduto il campione di casa Thomas Lurz, già di bronzo nella 5 chilometri a cronometro, in 1h49’59″0. In casa azzurra c’è rammarico, perché la gara di Vanelli e Furlan è stata buona, intelligente: i due azzurri hanno cercato di conservare intatte le proprie energie, rimanendo agganciati al plotone di testa e sperando di giocarsi tutto nello sprint finale. “All’ultima boa, il britannico Jack Burnell mi ha tirato giù – racconta Vanelli, 23enne lodigiano di Zelo Buon Persico, che è allenato da Emanuele Sacchi -. Mi sono trovato impalato; così ho interrotto la progressione e ho perso tempo per rimettermi in posizione orizzontale. Del resto questo è il mio amato fondo: lotta, scarsa visibilità, confronto con la natura, il solo sport che riesce a darmi sensazioni di libertà e che non lascerei neanche se il nuoto in corsia mi desse più soddisfazioni perché, se vedo il fondo, non mi diverto”. La delusione però è tanta. “Forse avrei potuto lottare per il podio fino all’ultima bracciata, ma la prossima volta sarò pronto – ammette -. Sono soddisfatto della gara, condotta sempre nelle prime posizioni e senza spendere troppe energie. La prossima volta qualche gomitata in più la darò anch’io”. Episodi simili hanno condizionato le prestazioni di Furlan e Ruffini. “Non sono riuscito a uscire dal gruppo: ho attaccato troppo tardi le prime posizioni. All’ultima boa sono stato travolto, qualcuno mi è anche passato sopra”, racconta. Una buona notizia per l’Italia si è materializzata a fine gara, quando è stata consegnata la Len Award a Martina Grimaldi, assieme a Thomas Lurz, i migliori delle acque libere nel 2013. (ANSA).

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