Nuovo orrore jihadista, 4 decapitati in un video shock

IL CAIRO. – Quattro uomini decapitati, le teste appoggiate sui cadaveri con le mani ancora legate mentre il sangue tinge di rosso il deserto e le bandiere nere di al Qaida sventolano. L’orrore torna online, questa volta i protagonisti sono i jihadisti di Ansar beit al Maqdis, il gruppo filo al Qaida che ha dichiarato guerra a Egitto e Israele nel Sinai. Gli uccisi sono quattro egiziani, accusati di essere “spie” del Mossad e aver fornito informazioni che hanno portato, il 23 luglio scorso, all’uccisione di un leader del gruppo in un raid aereo. La barbara esecuzione è stata filmata in un video di 29 minuti pubblicato oggi su Youtube, piattaforma divenuta suo malgrado l’altoparlante degli estremisti di mezzo mondo. Nelle immagini non c’è quell’atmosfera cupa, il silenzio assordante del deserto nel quale l’Isis iracheno ha voluto inscenare l’assassinio del giornalista statunitense James Foley. Qui lo sfondo è il deserto del Sinai, assai più pallido. I quattro ‘condannati’ inginocchiati a terra hanno una benda sugli occhi. Alle loro spalle una decina di jihadisti incappucciati e armati di tutto punto, le bandiere di al Qaida e i pickup, vanto militare dei jihadisti, nel Sinai come in Mali, Iraq o Libia. Il ‘leader’ pronuncia la sentenza di condanna, il monito a Israele, “gli ebrei devono capire che la nazione islamica si è risvegliata, tutti i loro piani e complotti sono noti. Per voi sarà l’inferno”. I quattro vengono separati a forza, uno resta a terra, costretto con il volto nella sabbia dal suo boia, che gli mozza la testa senza esitazioni. Poi gli altri, uno ad uno. Per tutti lo stesso orrendo destino, su quello spicchio di sabbia trasformato in macelleria. Inquietante la tempistica dell’episodio: i quattro cadaveri sono stati trovati il 20 agosto, all’indomani della pubblicazione del video dell’uccisione di Foley. La loro brutale decapitazione è avvenuta dunque nelle stesse ore in cui tutto il mondo era costretto ad assistere allo scempio dell’americano. E non è escluso che i jihadisti del Sinai abbiano girato il filmato proprio il 19. A tratti poi il video di Ansar beit al Maqdis mostra un montaggio di alta qualità, che inizia con le immagini dei “martiri” uccisi per colpa delle quattro “spie”. Così come quello di Foley era anticipato dalle immagini di Obama, con un montaggio assai ricercato, tenendo conto di chi lo ha realizzato. Insomma, al Qaida non si accontenta più di diffondere sul web le sue efferate esecuzioni ma ha deciso di farlo con una sorta di “stile”, una scelta accurata di immagini e messaggi lontani anni luce dagli ancora ‘primitivi’ videomessaggi di Osama bin Laden o del suo successore, l’egiziano Ayman al Zawahri. Ansar beit al Maqdis, letteralmente ‘i sostenitori della casa santa’ – ovvero i Partigiani di Gerusalemme, come sono meglio conosciuti -, è un gruppo ‘giovane’ nato sulla scia della Primavera araba egiziana del 2011, protagonista di uno stillicidio di attacchi e attentati, moltiplicatisi esponenzialmente dopo la destituzione di Mohamed Morsi, lo scorso anno. L’esercito è passato all’offensiva, con l’ausilio di un’intera Armata, elicotteri e carri armati. Centinaia le vittime tra jihadisti, soldati e civili. I ‘partigiani’ hanno promesso di vendicare le stragi di Raaba e Nahda, e l’uccisione dei propri combattenti. Accusano le autorità del Cairo di “collusione” con Israele, un territorio ‘nemico’ che Ansar colpisce con i razzi sparati dal Sinai verso la città di Eliat. A gennaio il primo segno dell’escalation, con le esplosioni che hanno scosso il cuore della capitale egiziana nel primo attentato kamikaze della sua storia, quello con autobomba del 24 gennaio contro il quartier generale della polizia. Poi l’attacco contro un bus di turisti sudcoreani a Taba, tre morti che hanno fatto di nuovo collassare il turismo egiziano che mostrava i primi segni di ripresa. Ora un nuovo record: la prima decapitazione ‘pubblica’ nella storia del Paese. (di Claudio Accogli/ANSA)

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