I mille volti del Venezuela in un libro

CARACAS – Ore 19.00 – Centro Commerciale Paseo Las Mercedes. La libreria è affollata a tal punto da non esserci lo spazio per camminare. Si potevano identificare tra la folla vari personaggi -la metà con occhiali da intellettuali- come lo scrittore Leonardo Padrón, lo stilista Gionni Straccia, la giornalista Milagros Socorro, la figlia del cantautore Simón Díaz, Bettsimar Díaz; e molti altri amanti dei libri e delle fotografie. Tutti presenti per la presentazione del libro “IDENTIDAD Venezuela en 1000 Rostros”.

L’ambiente si presentava informale e gioviale e tra sorrisi, lacrime ed emozioni, questa presentazione ha messo l’accento sull’emigrazione venezuelana che ha registrato un notevole incremento in questi ultimi anni. Così, ha preso parola la scrittrice Milagro Socorro, che trasmetteva un’aria di profonda amicizia con Gil Molina, l’autore del libro. Con la semplicità e la naturalezza che la contraddistingue, senza leggere nessun discorso, ha detto:

– Questo libro è un motivo per celebrare una cosa ben fatta nel nostro Paese. È un libro che può far pensare ad ognuno di noi su come aumentare quella lista di 1000 personaggi con tutti quelli che abbiamo nelle nostre teste.

“IDENTIDAD Venezuela en 1000 Rostros” fa parte del Proyecto Identidad, una piattaforma che documenta l’identità e le idiosincrasie dei Paesi o regioni provenienti da diversi campi della cultura, con lo scopo di creare dei prodotti che contribuiscano alla memoria delle nostre società. Questo libro documenta un profilo attuale del Paese attraverso una documentazione fotografica di venezuelani, famosi o anonimi, che insieme sono rappresentativi di quello che oggi è la società venezuelana, offrendo un quadro nazionale senza precedenti.

Alcune delle facce che si possono trovare tra le pagine di questo libro sono: Baruj Benacerraf, Jacinto Convit, Carlos Cruz Diez, José Antonio Abreu, José Rafael Lovera, María Teresa Castillo, Gustavo Dudamel, Pedro León Zapata, Rafael Cadenas, Oscar D’León, Armando Scannone, Simón Díaz, María Rodríguez, Maritza Sayalero, Lila Morillo, Luís Aparicio, José Altuve, Bob Abreu e Juan Arango.

In questo senso, l’autore, che è giornalista e produttore, ha commentato con emozione e, allo stesso tempo, con preoccupazione:

– Le società non si possono trasformare se non siamo noi stessi a farlo. Sono entusiasta di rimanere nel Paese per lavorare al suo miglioramento, senza criticare però quelli che sono partiti. È la nostra essenza dell’essere venezuelani, è il nostro affetto quello che dobbiamo capitalizzare.

 

Italiani ovunque

Il Venezuela è uno dei Paesi con maggiori diversità culturali, è una terra praticamente fatta da immigranti ed il risultato di questo miscuglio di etnie si riflette nell’opera di Gil Molina. Fra tutte queste persone che lui ha scelto, gli italiani non potevano mancare. L’autore, che ha vissuto in Italia per 10 anni, ci racconta con molto piacere, non nascondendo l’emozione, l’idea che ha degli italiani in Venezuela:

– Tra i vari stranieri che ho intervistato, con gli italiani ho avvertito un senso di familiarità, più che con gli altri stranieri presenti nel libro. Non è che gli altri non siano stati speciali, no, tutti i personaggi stranieri hanno qualcosa di bello, ma gli italiani sono quelli che più somigliano a noi nella calorosità del modo di fare. I venezuelani e gli italiani hanno tante cose in comune, ed aggiungo che noi dobbiamo imparare da loro. Hanno un attaccamento viscerale verso il Paese, a volte mi sembra che sia superiore rispetto a quello che sentiamo noi venezuelani verso la nostra Madre Patria.

Così, la presentazione di mezzora era finita, piena di congratulazioni e di una intervista particolare che ha chiuso con questa frase: «Sono gli italiani quelli che hanno saputo valutare ed apprezzare di più il nostro affetto».

(Angélica M. Velazco J./Voce)

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